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Zen per il manager con l’infradito

By 24 Luglio 2019 Novembre 5th, 2019 No Comments

Ultimo post prima delle vacanze estive.
Ritorniamo al nostro club speciale: il club dei Pensatori dai Piedi Comodi.

Finalmente tra poco ci sarà un po’ di pace.
Anche il super manager metterà il suo infradito, una comoda t-shirt, pantaloncini corti e diventerà umano.
E lei, signor manager, riuscirà a disconnettersi?
In fin dei conti anche il cellulare, ogni tanto, ha bisogno di essere ricaricato.

(…) E se hai optato per il prezioso calzare (anche scarpe da tennis, espadrillas e ballerine, sono ovviamente consentiti), entri di fatto nel club dei Pensatori dai Piedi Comodi (PPC, un acronimo non si nega a nessuno!).
Sappi che nel club ci sono personaggi del calibro di Einstein, Steve Jobs, San Francesco, Socrate, Aristotele, Seneca, Leonardo da Vinci e tanti altri.
(Il manager con l’infradito – post del 16/7/2017)

Oltre alla preziosa calzatura (comoda, aperta e disinibita) c’è un altro strumento importante, un tool come si dice, che non deve mancare al socio del club: l’amaca.
Secondo Wikipedia l’amaca è una forma primordiale di giaciglio utilizzato per dormire o riposarsi.
Corretto ma incompleto.
L’amaca serve anche per pensare e riflettere, ossia meditare, osservando magari le nuvole o gli uccelli nel cielo, o il muoversi delle foglie. E’ un tool prezioso per creare un momento zen molto particolare.

Sembra che sia stato Cristoforo Colombo a utilizzare per primo le amache sulle navi, importandole forse da qualche paese del Sud America, eliminando così l’abitudine di dormire per terra.
Un grande passo avanti per i nostri poveri marinai.

Il dondolio, la comodità, il senso di rilassamento generale, la sensazione di avvolgimento, creano quelle condizioni speciali di tranquillità indispensabile alla meditazione zen. 
Il manager con l’infradito predilige un postura per la meditazione che sia comoda e rilassante, niente gambe ritorte e strani contorsionismi. 
Solo stare bene e in pace.

Il senso di torpore e a volte il sopraggiungere di un sonno ristoratore sono parte del processo, per cui non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Si dice che Kekulè, chimico tedesco che scoprì la struttura molecolare del benzene, nel 1890, durante una festa in suo onore per il venticinquennale della scoperta raccontò che 25 anni prima si era addormentato davanti al fuoco e nel sonno aveva visto un serpente che si mordeva la coda. Lo scienziato si svegliò e per tutta la notte lavorò per risolvere l’enigma della struttura ciclica esagonale del benzene.
Voi ed io non dobbiamo scoprire nessuna struttura molecolare ma solo godere di un sonno ristoratore magari lasciando che la mente (inconscia) lavori collegando i vari puntini.
Quindi non abbiate timore a fare buon uso del nuovo tool (l’amaca).
Non ho ritenuto né di pubblicare un libro, né un template, né un canvas… basta una buona amaca e qualche momento di stacco… tutto li!
Non escludo un intervento a un TED sul tema (che la ‘D’ di Ted stia per ‘Dormire’?).
Forse ne farò un kata, non il Toyota Kata, ma il Relax and Take It Easy Kata…con tanto di PDCA (Poltronire-Dormire-Concentrarsi-Autocentrarsi). 
Mah… vedremo!

Torno volentieri a Philipe Petit, funambolo, famoso per le sue traversate clandestine sul cavo a grandi altezze tra le quali quella del 1974 alle Torri Gemelli del World Trade Center:

Dove sta l’equilibrio?
Equilibrio: uno dei miei segreti per affrontare e sopravvivere all’impossibile!
Ma chi può rispondere alla domanda “Dove sta l’equilibrio?”?
Io.
L’equilibrio è dappertutto. Perché la macchina umana funzioni sia a livello fisico che mentale l’equilibrio deve trovarsi dappertutto.

Tuttavia, l’equilibrio è rapido a dissolversi.
Nel mio caso, un disturbo dell’equilibrio si affaccia inesorabilmente subito dopo un’impegnativa camminata sul filo. Le energie mi abbandonano; svuotata dal suo stimolante naturale. la fede viene meno; il mio corpo si rifiuta di eseguire altri ordini: di colpo, sono privo di equilibrio.

Per prolungare la vita del sogno-diventato-realtà – e per prepararmi al prossimo progetto – debello il disturbo lavorando con vigore alla ricostruzione del mio equilibrio.

Perchè ci siamo dimenticati che è stato l’equilibrio a permetterci di sollevarci su due zampe e diventare bipedi? L’equilibrio nel cuore e nei polmoni ci consente di respirare. Infinito è l’elenco delle cose rese possibili dall’equilibrio.

I tuoi genitori ti hanno insegnato a camminare in una stanza con un libro in equilibrio sulla testa per migliorare la tua postura?

In molti paesi i bambini imparano fin da piccoli a trasportare acqua da un pozzo distante dal loro villaggio tenendo in equilibrio sulla testa una pesante caraffa. (…) Durante i miei viaggi, resto ammirato dalle persone che camminano scalze lungo strade trafficate reggendo placidamente voluminosi fagotti sulla testa, e spesso anche portando in mano dei pacchi pesanti. Si muovono senza sforzo, con eleganza, con la loro andatura ritmata.

L’equilibrio le ha aiutate a trovare il loro centro di gravità, le ha rese consapevoli del sistema automatico di azione-reazione utilizzato dal nostro corpo. Quando posano le loro mercanzie e, sgravate del loro fardello, si voltano per parlare con qualcuno, tengono la testa diritta, il corpo eretto, con un sorriso che è una combinazione di salute e di gioia di vivere.

Il resto di noi, che per la maggior parte ce ne stiamo seduti chini sul nostro computer o al volante di un’automobile, intenti a guidare il più veloce possibile per arrivare il più vicino possibile alla nostra destinazione – che non viaggiamo più a piedi, che raramente camminiamo a piede scalzi, che non teniamo niente in equilibrio sulle nostre teste -, in effetti si sta perdendo parecchie delle meraviglie di cui il corpo umano è capace.
(Creatività – Philippe Petit)

Per prolungare la vita del sogno-diventato-realtà – e per prepararmi al prossimo progetto – debello il disturbo lavorando con vigore alla ricostruzione del mio equilibrio: l’amaca, la meditazione e la riflessione ci consentono di ricostruire l’equilibrio, magari vacillante dopo mesi di intensa attività.

‘L’equilibrio le ha aiutate a trovare il loro centro di gravità, le ha rese consapevoli del sistema automatico di azione-reazione utilizzato dal nostro corpo: auto-centrarsi e ritrovare il proprio centro di gravità.

Lavorare con vigore alla ricostruzione del mio equilibrio’: e l’amaca, la tranquillità, un momento senza tempo e senza cellulare, sono fondamentali per ricostruire il proprio equilibrio interno, psico-fisico.

Amaca strumento principe, ma anche una sdraio o un coperta sull’erba o su una spiaggia, ma silenziate il cellulare e auto-centratevi. Dedicatevi qualche minuto di ‘ricostruzione’.

Piedi Comodi, Pensiero, cuore e mente… 
Fate il vostro PDCA. 
Se il processo è corretto, il risultato arriva e ritroverete equilibrio.

L’equilibrio è dappertutto… anche in una comoda amaca….
Createvi il vostro momento zen.

Che le vacanze vi portino tanto equilibrio allora…riflessioni e nuovi spunti per ripartire con più energia, passione e intelligenza.

Buone vacanze a tutti.

Massimo
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