Fortunae rota volvitur: la ruota della fortuna gira in continuazione.
Nella tradizione cristiana medievale la Ruota della Fortuna, o Fortunae Rota rappresentava la natura capricciosa del Fato e del Destino.
Ho avuto il piacere e l’onore di essere co-autore con Bob Emiliani del libro WHEEL OF FORTUNE – Getting to the heart of Business Strategy (disponibile su Amazon in formato elettronico e cartaceo).
Scrivere e confrontarsi su un tema così importante, tra le altre cose da sponde opposte dell’Oceano, è stata un’esperienza interessante, curiosa, stimolante. La tecnologia ci ha aiutato, call, file e documenti elettronici hanno reso possibile l’impresa consentendoci di completare il lavoro in breve tempo (non è facile tenere i ritmi di Bob!).
La storia del libro è molto ben raccontata da Bob nel suo post The Back Story – Wheel of Fortune (Bob Emiliani, 19 gennaio 2021).
Bob Emiliani è una persona molto particolare con cui ho diverse affinità intellettuali, una condivisione di valori, una simpatia e un rapporto di amicizia che si è costruito e consolidato nel tempo.
Bob Emiliani rappresenta un’eccezione, un’anomalia nel mondo della ‘lean’ per il coraggio delle idee, per aver compreso e diffuso il concetto che esiste una ‘real lean’ (kaizen e rispetto per le persone) contrapposta a una ‘fake lean’ (l’uso estensivo degli strumenti, dei tools diventato così pervasivo). E’ stato uno dei primi, se non il primo, a comprendere come fosse necessario includere le persone, elementi indispensabili del cambiamento in azienda quando molti si focalizzavano solo sugli strumenti.
E’ questa una delle ragioni che ci ha fatto incontrare anni fa. (The Lean Outlier – 12 maggio 2020).
Detto, fatto! Dalle nostre discussioni a volte accese, a volte divertimenti, a volte provocatorie, ma sempre stimolanti e rispettose dei diversi punti di vista è nato il libro che abbiamo avuto il piacere di scrivere e di presentare al pubblico: Wheel of Fortune.
Un altro libro sulla strategia?
Abbiamo scritto il libro che avremmo voluto leggere, cercando, come non poteva essere altrimenti quando le nostre idee si sono incrociate e ‘contaminate’, di mettere in discussione qualche sacro dogma:
Ha senso ancora oggi parlare di strategia? Oppure il mondo liquido, interconnesso e globale di oggi richiede solo la capacità di adattarsi e cogliere le opportunità da ovunque provengano? Se la strategia deve rimanere un concetto e una pratica utili nel business, è necessario riesaminare l’intento della strategia e il processo mediante il quale la strategia viene tipicamente sviluppata. Wheel of Fortune non è il solito libro sulla strategia aziendale. Presenta relazioni nuove e provocatorie tra strategia, leadership e business. Oltre ad esaminare la scienza sociale della strategia, introduce nuovi metodi per analizzare i fallimenti della strategia e prevenire i fallimenti della strategia. Espone i rischi inerenti alla strategia che i leader non riconoscono e mette in discussione la loro comprensione della strategia e il suo ruolo nella soddisfazione del cliente e nel successo aziendale.
Wheel of Fortune prova la logica e la necessità per i leader di pensare in modo diverso alla strategia e all’esecuzione. Fornisce approfondimenti su come eliminare i problemi ripetitivi che la maggior parte delle organizzazioni sperimenta e dimostra in modo convincente la necessità per i leader di essere più fantasiosi e creativi nello sviluppo e nell’esecuzione della strategia.
Abbiamo proposto due metodi innovativi di analisi studiati e applicati da Bob: la Strategy Failure Analysis che guarda al passato e il Strategy Acid Test Method che invece guarda al futuro.
In tutto il libro ricorrono poi continuamente richiami all’immaginazione e alla creatività per evitare di ricorrere al copia-incolla così tipico di tanta letteratura nel mondo del business.
La combinazione del rigore di analisi e di ricerca di Bob, la sua esperienza con CEO e manager coniugata con la mia esperienza sul campo, lavorando in tante aziende di settori diversi con imprenditori e manager, spero possano offrire al lettore diverse chiavi di lettura originali e soprattutto nuovi elementi sui quali riflettere con profondità.
I tempi impegnativi che stiamo vivendo e alcuni trend presenti da prima dello scoppio della pandemia richiedono approcci che siano davvero nuovi e non la riproposizione delle solite ricette che di nuovo hanno solo il nome ma non la sostanza.
Troppo spesso la ‘strategia’ viene identificata con il budget o la ripetizione delle modalità di sempre, decisa e più volte subita seguendo l’istinto o la necessità ma senza una riflessione rigorosa di fondo che metta in discussione i presupposti troppo facilmente dati per scontati.
Mentre nelle grandi aziende, molto strutturate, esistono in qualche misura processi di progettazione strategica anche se viziati da una serie di difetti ben illustrati in Wheel of Fortune, in molte aziende di piccola e media dimensione la strategia non c’è o è la ripetizione della ‘formula di successo’. Formula che magari in un certo momento storico ha consentito il successo dell’impresa, è necessario però un avvertimento: non è detto che nel futuro possa funzionare ancora.
La ‘strategia’ è molto spesso il risultato dell’intuizione dell’imprenditore, felice alcune volte, insoddisfacente in altre, ma non il risultato di un processo rigoroso di analisi e di strutturazione dell’immaginazione e della creatività che porti alla costruzione di un percorso praticabile.
Abbiamo voluto scrivere un libro che fornisse spunti, che suscitasse domande e non presentare, invece, facili soluzioni; uno strumento per indicare possibili strade di sviluppo e di ricerca.
Sia io che Bob siamo profondamente convinti che molte cose siano da ripensare, che certi approcci ‘classici’ ancora studiati nelle business school vadano cambiati e adeguati a un mondo che ha le caratteristiche di complessità, incertezza e imprevedibilità che la realtà continua a mostrare, realtà rispetto alla quale molte organizzazioni trovano molto difficile generare risposte nuove e originali. Questi erano i nostri intenti e il nostro spirito quando abbiamo iniziato a scrivere. Speriamo di esserci riusciti.
Come ha ben detto Lichtenberg non posso dire se le cose cambiando, miglioreranno; ma posso dire questo: devono cambiare se vogliamo che migliorino.
Buona settimana
Design a better world.
Massimo
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