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Sono sorpreso che siano sorpresi…

By 28 Settembre 2014 Marzo 29th, 2018 No Comments

Sono sorpreso che siano sorpresi…sorpresoIt is always interesting to note how often the adjectives “smart” and “simple” describe the cleverest of innovations. (Richard Branson)
Da Repubblica.it:
Branson cancella l’orario di lavoro: “Contano i risultati non il tempo in ufficio.
Ilsole24ore.com:
Rivoluzione Branson: ai dipendenti tutte le vacanze che vogliono.
Ilfattoquotidiano.it
Virgin, Branson cancella l’orario di lavoro. ”Contano i risultati, non le ore in ufficio”.

Questi i titoli in Internet: un esperimento di Richard Branson ispirato a Netflix la società di noleggio DVD e videogiochi che ha suscitato molta curiosità e che è stato commentato da diversi giornali.

Sono sorpreso che molti siano sorpresi … tutte le aziende più innovative hanno capito che il loro vero asset sono le loro persone e stanno operando per creare ambienti di lavoro che siano aperti, dove le persone possano crescere e dare il loro contributo e dove vi siano le condizioni per poterle coinvolgere con soddisfazione sia dell’azienda, che delle persone stesse.

In un articolo su Harvard Business Review, Rob Goffee and Gareth Jones – Creating the best workplace on Earth, Quello che i dipendenti veramente richiedono per essere più produttivi, maggio 2013 – indicano le condizioni per creare un posto di lavoro (l’organizzazione dei tuoi sogni) dove le persone possano lavorare bene ed essere produttive:

1)   Il dipendente è messo in condizione di essere se stesso (autonomia);

2)   viene comunicato quello che veramente sta succedendo (le informazioni fluiscono liberamente);

3)   i punti di forza del dipendente vengono esaltati.

Una citazione a questo riguardo è illuminante:

Sosteniamo che il rapporto lavoratore-datore di lavoro si sta spostando in molte industrie da quanto valore può essere estratto dai lavoratori a quanto può essere infuso in loro. In fondo, questo è ciò che significa veramente il miglioramento della produttività.

Qui gli autori fanno esplicito riferimento all’importanza della formazione e a quanto fanno alcune tra le aziende più innovative.

4)   l’azienda rappresenta qualcosa di significativo (non contano solo i profitti);

5)   il lavoro giornaliero viene riconosciuto;

6)   non esistono regole stupide.

Una ricerca veloce su internet rivela una quantità di analisi che definiscono le caratteristiche che hanno i posti di lavoro motivanti e come, per contrasto, invece il livello di motivazione dei dipendenti sia molto basso perché la maggior parte delle aziende sono ben lontane dall’avere le caratteristiche dei “best place to work”. Com’è possibile?

Noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo alla discussione con il nostro libro Re-Think! e attraverso i post che regolarmente pubblichiamo (si vedano ad esempio: Eresie 9/6/14 e La mente del principiante 23/6/2014).

Insomma, se si vuol davvero fare qualcosa, le informazioni e le conoscenze sono disponibili.

Molte aziende hanno dipendenti brillanti e venditori brillanti e così via, ma poche hanno una cultura che produce grandi persone come regola e non come un’eccezione. (Simon Sinek)

E’ la sindrome del “principe azzurro” di cui abbiamo già scritto: ossia che da qualche parte esista la persona su misura per noi, perché in azienda non abbiamo le competenze e le capacità per formare e far crescere le persone (Il fattore X – 21/7/2014).

Quello che le numerose ricerche non dicono chiaramente è la ragione per cui, pur conoscendo cosa bisogna fare, di fatto, molte aziende, non riescono a farlo.

In realtà, non vogliono farlo, oppure non ne vedono la necessità.

Le aziende che hanno difficoltà di mercato o di concorrenza sono troppo impegnate a sopravvivere per preoccuparsi di queste “frivolezze”. Molte di quelle che vanno bene, proprio perché hanno ottenuto buoni risultati, ritengono che i sistemi in atto siano perfettamente adeguati, anzi che siano la ragione del successo per cui vanno mantenuti. Hanno trovato la ricetta giusta e guai a cambiarla.

In altre aziende sono tollerati manager che hanno comportamenti e atteggiamenti non in linea rispetto ai valori aziendali perché comunque producono buoni risultati che quindi ben giustificano qualche “stranezza” o qualche piccolo problema di relazione o di ambiente.

Pigrizia o paura, sono altre due caratteristiche che rendono la creazione di un ambiente moderno, difficile e, a volte, anche l’incapacità di vedere qual è la situazione reale delle relazioni tra le persone e tra le persone e l’azienda.

Ma il mercato cambia velocemente e inaspettatamente…

Tutte le aziende innovative hanno tre caratteristiche che sono la chiave del successo: hanno sviluppato una cultura, ossia un modo speciale e specifico di fare le cose e condividono con forza valori e credenze comuni; investono sulle loro persone, sia in formazione, sia creando condizioni di lavoro adatte a costruire e alimentare il coinvolgimento, la motivazione e l’impegno; hanno modelli di gestione (leggi di management) innovativi. Ed è proprio quest’ultima condizione, la ragione per la quale, nonostante le conoscenze e le informazioni siano disponibili, vengono ignorate. Molti top manager e molti imprenditori sono aggrappati a modelli vecchi e superati, come naufraghi in mare aggrappati a un pezzo di legno, per non affogare non intendono mollare il loro relitto!

Ci sono diversi spunti di riflessione se si vogliono davvero creare ambienti di lavoro moderni e che motivano. Le aziende che avranno successo nel futuro saranno contraddistinte tutte da una serie di modalità che molti non vogliono prendere nemmeno in considerazione perché in realtà richiedono, a chi ha la responsabilità più alta in azienda, di giocare un ruolo completamente diverso rispetto al quale, in alcuni casi, non è preparato. Ma, il futuro andrà in quella direzione.

Gli uomini sono diventati strumenti dei loro stessi strumenti.(H.D.Thoreau)

Possiamo costruire organizzazioni diverse, migliori, dove le persone possono trovare un loro spazio e dare un loro contributo e così produrre prodotti e servizi migliori e avere clienti sempre più soddisfatti e leali. Creare le condizioni per un successo sostenibile. Ambienti dove i grandi capi hanno capito che uno dei loro compiti più importanti è creare fiducia affinché le persone possano lavorare bene e con soddisfazione insieme e dove la comunicazione fluisce liberamente ma sempre nel rispetto delle persone. Ambienti, dove fluiscono la creatività, l’immaginazione, l’impegno e la passione. Condizioni per creare una grande azienda. Perché forse è questo il vero lavoro del manager e dell’imprenditore ed è un compito affascinante, impegnativo e difficile, solo per leader.

Quindi non sorprendiamoci troppo, ma facciamo di più…

Sempre alla ricerca di strumenti, schemi e soluzioni, prestiamo molta attenzione ai grandi guru del management, ma ne abbiamo uno che fu un leader “visionario” molto in anticipo su suoi tempi ed era italiano: Adriano Olivetti, i cui dipendenti (anche gli operai) non vedevano l’ora di andare al lavoro (a proposito di motivazione)! E questo ben sessanta anni fa!

Olivetti, in un discorso ai dipendenti del 1955, disse:

(…) Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti?

Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?(…)

(…) La fabbrica di Ivrea, pur agendo in un mezzo economico e accettandone le regole, ha rivolto i suoi fini e le sue maggiori preoccupazioni all’elevazione materiale, culturale, sociale del luogo ove fu chiamata ad operare, avviando quella regione verso un tipo di comunità nuova ove non sia più differenza sostanziale di fini tra i protagonisti delle sue umane vicende, della storia che si fa ogni giorno per garantire ai figli di quella terra un avvenire, una vita più degna di essere vissuta.

La nostra società crede perciò nei valori spirituali, nei valori della scienza, crede nei valori dell’arte, crede nei valori della cultura, crede infine, che gli ideali di giustizia non possano essere estraniati dalle contese ancora ineliminate tra capitale e lavoro. Crede soprattutto nell’uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di elevazione e di riscatto.(…)

(Adriano Olivetti – Ai lavoratori di Pozzuoli . 23 aprile 1955)

Qual è il vostro PERCHE’?

Quali fini ha la vostra azienda, e voi, in cosa credete?
Buona settimana.
Massimo

 

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