BLOGBLOGBLOG

Esploro dunque sono.

By 4 Ottobre 2015 Marzo 29th, 2018 No Comments

Esploro dunque sono.Blog 3715Unbreakable

I lived through my mistakes
It’s just a part of growing
(Janet Jackson)

Se volete trovare qualcosa, non c’è niente di meglio che cercare.
(J.R.R. Tolkien)

Mind fitness è l’argomento di diversi post dedicati a un modo evoluto di pensare per essere più efficaci nell’affrontare le sfide che la vita personale e professionale ci sottopone (Non ho tempo per andare di fretta del 10 maggio 2015 – Non pensare: non ne hai l’equipaggiamento del 17 maggio 2015).
Gregory Bateson, famoso antropologo parlava di “ecologia della mente”, o ecologia delle idee. Bateson si poneva una serie di questioni interessanti: “come interagiscono le idee? Esiste una sorta di selezione naturale che determina la sopravvivenza di certe idee e l’estinzione o la morte di certe altre? Che tipo di legge economica limita il moltiplicarsi delle idee in una data regione della mente? Quali sono le condizioni necessarie per la stabilità (o la sopravvivenza) di sistemi o sottosistemi siffatti?” (Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente)

Riflettere sulla creazione, interazione e sviluppo delle idee è interessante perché direttamente correlato alla nostra capacità di produrre nuova conoscenza, di sviluppare modelli della realtà più adeguati, agire comportamenti più funzionali e identificare una serie di alternative che poi andranno valutate, selezionate, identificando quelle più promettenti.

Per la natura stessa delle cose, un esploratore non può mai sapere che cosa stia esplorando finché l’esplorazione non sia stata compiuta. Egli non ha in tasca un Baedeker, una guida, che gli indichi le chiese da visitare o gli alberghi dove pernottare; ha solo l’ambigua tradizione di altri che l’hanno preceduto su quella strada. (G. Bateson, op. citata)

Continuamente ci confrontiamo con la necessità di dare risposte nuove a problemi vecchi (le vecchie risposte non sono state risolutive e quindi possiamo scegliere se ripeterle oppure sperimentare un approccio nuovo), e risposte nuove a problemi nuovi, mai affrontati prima.
Il peso e l’effetto dei vecchi guai sommato all’insorgenza di quelli nuovi causati da situazioni in rapido cambiamento rischiano di diventare, in molti casi, distruttivi, generando tutta una serie di situazioni negative.
Se tutto questo appare evidente nel piano personale, spostandoci in campo aziendale, la progettazione di prodotti nuovi, l’innovazione, la strategia, l’organizzazione, i processi, rappresentano casi particolari di risoluzione di problemi (problem solving). Affrontare questi temi con efficacia e utilizzando processi robusti, anche se non garantisce il risultato, consente di avere un approccio strutturato e aumenta di molto le probabilità di successo.
Per risolvere e affrontare le sfide sopra indicate, abbiamo bisogno di una buona capacità analitica, di immaginare e generare nuove idee (creatività – collaborazione – co-creazione) e di riuscire a mettere in atto quanto abbiamo pensato (esecuzione) convincendo anche altre persone (comunicazione).

Per avere un’idea di come procedono i fisici nei loro tentativi di capire la natura, immaginate una grande partita a scacchi giocata dagli dei. Non conoscete le regole del gioco, ma vi è permesso di guardare di tanto in tanto la scacchiera, magari in un angolo; basandovi sulle vostre osservazioni cercate di capire le regole con cui vengono mosse le pedine. Dopo un po’ potreste scoprire (quando sulla scacchiera sono rimasti pochi pezzi) che un certo alfiere si trova sempre su una casella bianca; e magari, osservando ancora, che si muove solo diagonalmente – cosa che spiegherebbe l’osservazione precedente.
E’ così anche in fisica: prima si scopre una legge e poi se ne capiscono meglio i motivi. Dopo possono accadere altre cose: tutto stava andando a gonfie vele, avevate trovato tutte le regole, le regole sembravano chiare, quando all’improvviso, in un angolo della scacchiera, accade un fatto strano: è un arrocco, una mossa che non vi aspettavate. E così vi mettete a indagare…
(…)La cosa più interessante, per noi, è quella che non va secondo le previsioni. Innumerevoli volte avete osservato che l’alfiere si muove in diagonale su caselle dello stesso colore, e improvvisamente lo trovate su una casella di colore diverso. Solo più tardi scoprirete una nuova possibilità: l’alfiere è stato mangiato, un pedone è andato a regina e si è trasformato in un nuovo alfiere. Può capitare.
Con le leggi fisiche è lo stesso. Sembrano sicure, funzionano, ma un particolare mostra a un tratto che erano sbagliate. Allora bisogna capire in quali circostanze si è verificata l’anomalia e imparare un po’ alla volta la nuova regola che spiega meglio le cose.(Richard Feynman – Il piacere di scoprire)

Osservare. Riflettere. Sperimentare. Un metodo, strutturato, per generare idee, risposte e alternative nuove, originali.
E cos’è l’innovazione se non un’anomalia? Qualcosa che prima nessuno aveva pensato?

Per poter fare un buon lavoro di fisica, un lavoro di alto livello, è assolutamente necessario avere del tempo e lavorare senza interruzioni. Mettere assieme idee così vaghe e sfuggenti è come costruire un castello di carte, in cui ogni carta è traballante, e se ne dimentichi una tutta la costruzione crolla. Tu non sai come sei arrivato fin lì e devi ricominciare da capo; e se vieni interrotto perdi il filo e dimentichi metà di quel poco che sapevi fare su come andavano disposte le carte – le tue carte sono frammenti di idee, idee sparse che devono andare al posto giusto per formare infine l’unica idea. E’ necessaria una grande concentrazione, tempo dedicato solo a pensare. (R. Feynman, op.cit.)

Feynman, premio Nobel per la fisica, sapeva come andavano trattate le idee, come concentrazione, osservazione e tempo siano fondamentali.
Naturalmente, poiché la nostra mente è abilissima nel costruire scuse e buone ragioni per razionalizzare comportamenti scorretti, ciascuno di noi troverà ragioni a sufficienza per confutare il famoso fisico.
Molti non sono nel business, ma nel “busyness”, ritenendo che la saturazione del loro tempo sia misurazione dell’importanza del ruolo e si sa che l’agenda del manager è indicativa delle sue vere priorità. Questo non è management, è “mannaggiament”, ed è una patologia, che se presa in tempo, si può curare. La prima importante medicina è esserne consapevoli.

Come l’esecuzione di un buon esercizio fisico (fitness) richiede regolarità, impegno, buona esecuzione e disciplina, così anche la mind fitness necessità di concentrazione, osservazione e tempo per pensare.

Adottando un atteggiamento scientifico, e cioè che bisogna sempre cercare di capire che cosa è vero e che cosa potrebbe non esserlo, si inizia subito a dubitare e a fare domande, e diventa un po’ più difficile credere.
Vedete, il fatto è che io posso vivere nel dubbio, nell’incertezza e senza sapere. Penso che sia più interessante vivere senza sapere piuttosto che avere risposte che potrebbero essere sbagliate. Io possiedo risposte approssimate, fedi possibili, e gradi diversi di certezza su vari argomenti, ma non c’è niente di cui sia assolutamente sicuro e vi sono molte cose di cui non so nulla. (R.Feynman, op. cit.)

Le parole di Feynman ben descrivono quello che penso; ed è per questo, che non dobbiamo smettere di esplorare, trovando il tempo e concentrazione per farlo, rimanendo aperti a quello che potremo trovare e umili nel formulare ipotesi, che sono appunto tali e non dogmi religiosi, soprattutto oggi e soprattutto nel business.
Molti guru del “mannaggiament” sono solidi nelle loro convinzioni, forti nelle loro credenze, purtroppo, anche quando i fatti dimostrano il contrario. Di solito chi riveste un ruolo di leadership ha una forte personalità, tuttavia non dobbiamo dimenticare che, mentre la determinazione (persistenza) è un valore, la testardaggine e l’ottusità no.

Una buona mente è sempre alla ricerca di “anomalie” che rimettono in discussione le ipotesi provvisorie formulate, nella convinzione che solo così la conoscenza può aumentare migliorando la nostra capacità di innovare.

Possiamo sbagliare, fa parte del processo di crescita; così la scienza si è evoluta, scartando via via teorie e ipotesi confutate da “anomalie” che non potevano spiegare, creando lo spazio per nuove e migliori spiegazioni, attraverso un processo di continua esplorazione.

Per questo non dobbiamo smettere di cercare.

Buona settimana
Massimo

 

    Pubblichiamo un nuovo post ogni settimana, se desideri riceverlo iscriviti:

    Nome e cognome (richiesto)

    Professione

    Indirizzo email (richiesto)

    Condividi l'articolo

    Leave a Reply