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Cosa succederà?

By 14 Dicembre 2020 No Comments

Che sia il prossimo gradino nell’evoluzione dello smart working?
In un futuro prossimo uno scienziato, il Dr. Canter, inventa degli androidi (definiti surrogati), indistinguibili dagli esseri umani che, comandati a distanza da una comoda poltrona, trasmettono tutte le percezioni dell’ambiente in cui si muovono.
A distanza di pochi anni la nuova tecnologia, pensata inizialmente per restituire mobilità ai disabili, ha avuto un enorme successo, commercializzata dalla società VSI: gli androidi non solo sono personalizzabili (nell’aspetto, come nel sesso), ma possono sostituire gli esseri umani in ogni faccenda quotidiana. Oltre il 98% dell’umanità decide di usarli, sia per motivi di sicurezza (in un qualsiasi incidente o aggressione andrebbe distrutto solo l’androide), sia per realizzare senza sforzo i propri desideri. (I replicanti – film del 2009 – Wikipedia)
Un ‘surrogato’ di vita…

Cosa succederà? Ne usciremo? Ce la faremo?
Chiuderemo il 2020 con tante domande e quasi nessuna risposta. Arrivati a più di 64.000 morti, un dato parziale temo, è lecito domandarsi cosa ci riserverà il nuovo anno. 
Abbiamo, spero, capito che non abbiamo gestito bene né la prima né la seconda ondata nonostante abbiano cercato di convincerci del contrario ripetendoci che siamo ‘un modello’. 

Ne usciremo, o perché arriverà il vaccino o perché il Covid sparirà e finalmente potremo cominciare a lavorare per ricostruire.
Semplificando molto, la situazione è spaccata verticalmente: ci sono settori che non hanno avuto impatto dalla pandemia e cioè aziende che chiuderanno il 2020 con una crescita, altre che chiuderanno in pari e altre che chiuderanno con una riduzione, ma complessivamente l’industria in qualche modo e con tanta fatica si è più o meno salvata. 
Altri settori come il turismo, il settore dell’entertainment, la ristorazione e i segmenti ad essi collegati, molte partite IVA, ne usciranno malconci e purtroppo molti non ne usciranno affatto.
Il 2021 inizierà tra molte difficoltà ma è sperabile e presumibile che verso la seconda parte ci sia una ripresa significativa.

In molti ci chiediamo se il mondo sarà diverso, ‘dopo’. 
Potrebbe anche non succedere proprio nulla. 
Toglieremo le mascherine, qualcuno continuerà a fare un pò di smart working e tutto sarà presto dimenticato e relegato a una storia che ci piacerà raccontare. 
Fioriranno i libri inchiesta sui tanti pasticci ed errori commessi nella gestione della pandemia, qualcuno li leggerà ma molti passeranno oltre semplicemente contenti di lasciarsi tutto alle spalle.
Alcune aziende punteranno sullo smart working risparmiando affitti e persone, insomma riducendo i costi e qualche ‘tech nerd’ spingerà sull’innovazione tecnologica per tentare di trasformarci in qualche forma di ‘surrogato’, proprio come nel film ‘I Replicanti’.
Arriveranno libri, conferenze, corsi che ci insegneranno come ottenere fantastici risultati con i team virtuali, lo smart working, supportati da tutta la solita paccottiglia di esperti, consulenti, professori.
Lo strumento diventerà fine in se stesso e così ci culleremo nell’idea di essere al passo coi tempi e con le ultime suggestioni hi-tech.
Continueremo a parlare di ‘digitalizzazione’, una bella parola buona per tutte le occasioni, usata qualche volta con ragion veduta, molte volte senza alcuna cognizione di causa.
Intanto i politici continueranno la spartizione del bottino: poltrone e soldi, usando le parole-slogan di sempre. Speriamo che almeno si decidano a mettere mano alla sanità per risolvere i problemi che oramai sono strutturali.
Insomma dipenderà se da questa terribile vicenda ne abbiamo tratto un qualche insegnamento o se passata la crisi tutto ritornerà come prima (con qualche venatura di peggioramento).

Dovremmo porci, invece, un’altra domanda, più interessante: cosa servirà? Cosa servirà alle aziende nell’era post-pandemia? 
Per alcuni la risposta sarà semplice: nulla! Va bene così. Siamo cresciuti, i profitti sono buoni, i prodotti si vendono, abbiamo successo e dobbiamo continuare. Il nostro modello funziona.
Per altri la risposta sarà: nulla! E’ il mercato che è entrato in crisi, non dipende da noi, abbiamo fatto tutto quello che era possibile, dobbiamo solo avere la forza di aspettare e il business ripartirà.
Tra queste due risposte se ne potrebbero immaginare altre intermedie. Non dovrebbe essere così! 

Se l’azienda è andata bene vuol dire che è allora il momento giusto per investire e migliorare ulteriormente. E’ quando le cose vanno bene che bisogna farle andare ancora meglio, si hanno a disposizione le risorse necessarie, dopo è troppo tardi.

Se la situazione è critica vuol dire che è indispensabile cambiare qualcosa, provare a pensare in modo diverso. Ripensare il marketing, le vendite, lo sviluppo prodotto, l’organizzazione, il modello di business se è particolarmente fragile, delicato.
Bisognerebbe provare a pensare in modo diverso perché il rischio è diventare prigionieri delle proprie convinzioni creando una ‘profezia che si autoavvera’.
Uno dei primi esempi di profezia che si autoadempie in letteratura è il mito di Crono, il padre di Zeus, che divora i propri figli perché sa che uno di loro lo spodesterà, ma così facendo spinge sua moglie Rea a cospirare contro di lui a favore dei suoi figli, portando infine alla sua caduta.

Cosa succederà? O cambierà o non cambierà, o cambierà qualcosa.
Cose servirà? Tutto o nulla. 
‘Tutto’ se vogliamo evolvere, raggiungere il livello successivo. ‘Nulla’ se stiamo bene dove siamo.
‘Nulla’ è facile, ‘tutto’ è difficile. 
‘Nulla’ è comodo, ‘tutto’ è faticoso.
‘Nulla’: molti sono indaffarati a non fare nulla (Fedro).
‘Tutto’: la misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare (Einstein)
Il pendolo oscilla tra un ‘nulla’ vuoto e statico e un ‘tutto’ pieno e dinamico.
E’ un rompicapo…
I rompicapi fanno emergere doti importantissime in ciascuno di noi: concentrazione, curiosità, senso ludico, voglia di scoprire una soluzione. Sono le doti che costituiscono il fondamento stesso della creatività umana. I rompicapi non rappresentano un semplice divertimento o strumenti per ammazzare il tempo. Per noi come per i nostri antenati, contribuiscono a indicare la strada verso il potenziale creativo che abbiamo dentro. Se sei curioso, scoprirai i rompicapi che ti circondano. Se sei determinato, li risolverai. (Erno Rubik, l’inventore del famoso ‘cubo’).

Il prossimo anno sarà simile a un gigantesco rompicapo. Pazienza, intelligenza creatività e immaginazione… la soluzione potrebbe arrivare. Dipenderà solo da noi.

Buona settimana
Design a better world
Massimo 

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