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Hai mai provato? Hai mai fallito? Non importa.

By 8 Febbraio 2015 Marzo 29th, 2018 No Comments

Hai mai provato? Hai mai fallito? Non importa.
Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio. (Samuel Beckett)
Esplorazioni per pirati #4.picassoSi parla molto di innovazione e creatività soprattutto con riferimento ai metodi usati dai grandi innovatori, artisti o scienziati, ma molto poco in riferimento alle condizioni che favoriscono o bloccano la creatività nelle organizzazioni. Uno degli articoli più interessanti sul tema è stato scritto qualche anno fa, da Teresa Amabile, professoressa presso l’Harvard Business School, intitolato “How to kill creativity”.

Nell’articolo citato scrive:

Quando penso a tutte le organizzazioni che ho studiato e con cui ho lavorato negli ultimi 22 anni, non ci può essere alcun dubbio: la creatività viene uccisa molto più spesso di quanto non venga supportata. Per la maggior parte, questo avviene non perché i manager abbiano da vendicarsi contro la creatività. Al contrario, la maggior parte crede nel valore delle idee nuove e utili. Tuttavia la creatività è compromessa involontariamente ogni giorno in ambienti di lavoro che sono stati fondati – per delle buone ragioni – per massimizzare imperativi di business come il coordinamento, la produttività e il controllo. Non possiamo aspettarci che i manager ignorino gli imperativi del business, naturalmente. Ma agendo su questi imperativi, hanno inavvertitamente progettato organizzazioni che in modo sistematico distruggono la creatività.
(Teresa Ambile – How to kill creativity)

In un’epoca in cui le aziende hanno bisogno di originalità per creare nuovi prodotti/servizi o risolvere problemi in modo nuovo, esse hanno creato strutture e organizzazioni che vanno in direzione esattamente opposta.

Molti manager hanno una visione piuttosto ristretta del processo creativo. Per loro, creatività si riferisce al modo in cui la gente pensa (creative thinking skills) – come in modo inventivo approcciano i problemi, per esempio. Infatti, il pensiero immaginativo è una parte della creatività, ma sono essenziali anche altri due aspetti: competenza (expertise) e motivazione (motivation).

Bob Emiliani Final Speech

In una delle mie riflessioni precedenti (Dimensioni… del 25/1/15) riportavo la definizione di Daniel Goleman: L’expertise consiste in una combinazione fra il buon senso e le conoscenze e le capacità specialistiche che andiamo raccogliendo nel fare qualsiasi lavoro. L’expertise è frutto dell’apprendimento in trincea. E’ la consapevolezza dei trucchi del mestiere – quell’autentica conoscenza sul come fare il lavoro che deriva solo dall’esperienza.
Le competenze del pensiero creativo (creative thinking skill) si riferiscono alle competenze nell’approcciare problemi e soluzioni in modo nuovo e originale, combinando insieme idee diverse e, contrariamente a quello che si pensa, possono essere acquisite e migliorate. Non fanno parte insomma di un bagaglio genetico, ma possono essere apprese. Su questo tema e sul ruolo di un efficace addestramento ho già scritto altrove.
L’ultima parte è la motivazione, suddivisa da T.Amabile in motivazione estrinseca (proveniente dall’esterno, la vecchia e obsoleta tecnica del bastone e della carota, che comunemente si manifesta nel denaro come forma di motivazione) e motivazione intrinseca (proveniente dall’interno dell’individuo) quest’ultima fondamentale per il processo creativo. Tantissime ricerche ma anche l’esperienza pratica e tanti esempi evidenti (volontariato, attività gratuite anche impegnative svolte per il piacere di farlo, etc) dimostrano che è quella intrinseca la forma di motivazione che funziona meglio e decisamente la più importante per un’organizzazione che vuole produrre vera innovazione.

Così manager e imprenditori, possono e dovrebbero agire, in tutti e tre gli ambiti, per sviluppare le competenze per consentire dei processi che producano un’innovazione che sia sostenibile. Le visite che abbiamo potuto fare alle aziende più innovative sia in Italia che, negli Stati Uniti, supportano quanto qui descritto, convinzione anche rafforzata dall’esperienza sul campo fatta con tantissimi gruppi di lavoro negli ambiti aziendali più diversi (produzione, progettazione, vendite, marketing, alta direzione) e di cui abbiamo scritto anche nel nostro libro (Re-think!).

Per Teresa Amabile e anche secondo noi, la gestione della creatività in azienda dovrebbe riuscire a influenzare:

  • Sfide: corrispondenza tra persone e compiti corretti. Una perfetta corrispondenza tra le competenze delle persone e i compiti da svolgere rafforza la motivazione intrinseca.
  • Libertà: dare autonomia alle persone rispetto ai mezzi (processo) ma non necessariamente rispetto al fine (obiettivo). Mantenere stabili, per un certo periodo, gli obiettivi che devono essere definiti con chiarezza.

La libertà rispetto al processo consente alle persone di approcciare i problemi in modi che utilizzano al meglio la loro expertise e le loro competenze di pensiero creativo (T.Amabile).

  • Risorse: ai gruppi impegnati nello sviluppo di idee innovative dovrebbero essere assicurate anche le necessarie risorse: tempo, denaro e appropriati spazi fisici.
  • Caratteristiche dei team: i manager devono curare la composizione di team, con persone di provenienza da diversi reparti/funzioni, con persone entusiaste, capaci di collaborare e lavorare insieme.
  • Incoraggiamento del Management: Molti manager sono estremamente impegnati, Sono sotto pressione per i risultati. E’ quindi facile per loro, lasciare che l’elogio per gli sforzi creativi – non solo per i successi, ma anche per infruttuosi tentativi – si perda per strada. Un passo molto semplice che i manager possono adottare per favorire la creatività è non lasciare che questo accada (T.Amabile).
  • Supporto organizzativo: l’incoraggiamento dei responsabili certamente incoraggia la creatività, ma la creatività aumenta quando l’intera organizzazione la supporta (T.Amabile). Vuol dire creare sistemi e procedure, focalizzare i valori dell’organizzazione, condividere le informazioni e creare un clima di collaborazione.

Le aziende di oggi che producono vera innovazione e quelle che avranno un futuro di crescita sostenibile nel tempo, saranno proprio quelle che riusciranno a operare secondo le linee guida sopra elencate. Un compito impegnativo per l’alta direzione che può produrre risultati davvero nuovi e interessanti.

Gli uomini sono pur sempre uomini e non tasti di pianoforte, la frase di Dostoevskij) è un monito e un incoraggiamento a non “usare” le persone, ma a fornirgli le necessarie competenze affinché siano loro a comporre una musica che possa fare la differenza; a creare organizzazioni che siano “abilitanti” e non “bloccanti”, a introdurre nuovi strumenti, tecniche e processi operativi davvero innovativi.

Anche al manager e all’imprenditore è quindi richiesta una notevole dose di creatività per progettare un’organizzazione che sia moderna: Prendi il meglio che esiste e miglioralo. Se non esiste, crealo (Sir Henry Royce). Il significato di creare è contenuto nella parola CREA-tività, è un pensiero, un’immagine, ma soprattutto un’azione.

Ed è proprio questo che bisogna fare: agire!
E allora: prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio. Il segreto dell’innovazione è tutto nel numero di prove ed errori che ti svelano una strada mai percorsa prima.

Buona settimana

Massimo

 

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