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Saro’ pure fuori come un balcone. Ma da qui si vedono benissimo le stelle.

By 31 Maggio 2015 Marzo 29th, 2018 No Comments

Sarò pure fuori come un balcone. Ma da qui si vedono benissimo le stelle.
(in Mafalda, di Quino)Blog 2315Cambiare logica è molto facile
Cambiare idea già un po’ più difficile
Cambiare fede è quasi impossibile
Cambiare tutte le ragioni
Che ci hanno fatto fare gli errori
Non sarebbe neanche naturale
(Cambia-menti – Vasco Rossi)

Le parole che ho sentito più spesso citare negli ultimi tempi, sono:
innovazione (digitando su Google oggi: 19.600.000 risultati – “innovation”: 387.000.000 risultati);
cambiamento (16.000.000 risultati – “change”: 3.550.000.000 risultati);
leadership (470.000.000 risultati).

Una banale ricerca su Google mostra quanto questi argomenti siano attuali e quanti workshop ed eventi speciali, sono dedicati direttamente o indirettamente a questi tre argomenti, in qualche modo tra di loro collegati.
Linkedin e Facebook pullulano di persone, tra gli altri anche manager e imprenditori, che postano saggi consigli e citazioni sul cambiamento, sull’innovazione e sulla leadership, facili ricette per un successo a portata di mano, se solo hai la necessaria motivazione a seguire le perle di saggezza che ti sono dispensate con tanta apparente passione.
Naturalmente lo stesso, mutatis mutandis, vale anche per la politica. Commenti al vetriolo non si lesinano, ad esempio su Facebook, su tutta una serie di esempi, non proprio brillanti, offerti dai nostri politici sempre meno tali e sempre più faccendieri. In quel fantastico pentolone che è appunto uno dei più importanti e diffusi social della rete, tutto si mischia in un caleidoscopio di immagini, commenti, “like”, “link”: foto personali, sport, politica, scienza (anche quella fasulla), immagini provocatorie, video “virali”, citazioni e tutto il consueto armamentario tipico del web. Fenomeno che genera anche nuovi comportamenti e nuovi modelli comunicativi, non sempre adeguati e che a volte nascondono una difficoltà di base nel gestire le relazioni e i rapporti, ma questo sarà magari l’oggetto di una prossima riflessione.
Sembrerebbe, dicevamo, che tutti siano d’accordo sulla necessità di cambiare, di innovare e di processi di leadership che dovrebbero supportare i primi due processi.
E’ davvero così?

Non c’è dubbio che questi argomenti sono molto sentiti e che molti percepiscono una dissonanza tra quello che avviene, per esempio, in molte organizzazioni e le necessità che un mondo sempre più complesso esprime. Ne emerge che effettivamente vi è una forte necessità di cambiare, di produrre vera innovazione – non solo nei prodotti o nelle tecnologie, ma anche nei processi e nella cultura aziendale – e una leadership forte che possa gestire il passaggio dal vecchio al nuovo, immaginando anche forme organizzative diverse e che sappia dotarsi di strumenti nuovi per fare e per pensare.

Ho avuto personale e diretta esperienza, più volte, delle difficoltà implicite in un processo di cambiamento e di innovazione e delle paure che innesca. Così, ogni tanto (per fortuna non troppo spesso) mi viene fatto capire, in modo mai diretto, che alcune idee che proponiamo sono un po’ troppo “radicali” e “innovative” e che potrebbero turbare la pace del manager o dell’imprenditore, con buona pace del pensare e dell’agire diverso! A queste obiezioni, molto eleganti a volte, in altre un po’ meno, poichè il manager o l’imprenditore scelgono poi altre aziende più ortodosse e tradizionali rispetto a noi, quindi più tranquille per la loro pace interiore e per i sacri equilibri interni (molte volte disfunzionali) della loro organizzazione, rispondiamo che: potete anche restare nascosti in un angolo ad aspettare il ritorno di una normalità che non esiste più, ma nella nuova normalità opporvi al cambiamento non vi servirà a niente (Seth Godin). Naturalmente non sempre funziona e così perdiamo un potenziale cliente, ma d’altronde non abbiamo la pretesa di piacere a tutti e quindi troviamo una maggiore sintonia con chi vuole cambiare davvero e davvero innovare.

Sebbene tutti parlino di cambiamento e d’innovazione, è sempre qualcun altro che deve cambiare! E ancora: bisogna innovare ma non troppo, certi equilibri vanno salvaguardati anche se disfunzionali. In entrambi i casi non ci potrà essere un vero cambiamento o un processo d’innovazione, ma solo un gentile e leggero ritocco che non incide e non intacca le strutture, i processi, i sistemi.
Purtroppo, molto di quello che si dice su questi temi, è retorica; manca una sintonia tra quello che è detto a parole e quello che poi avviene nei fatti, cioè il pensare, il parlare e l’agire non sono allineati e quindi l’interlocutore e il suo messaggio non sono credibili. Un processo così confuso non funziona.

Ci vuole una mente davvero insolita per intraprendere l’analisi dell’ovvio (A. N. Whitehead), altrimenti si continueranno a perpetuare i meccanismi di sempre con i risultati che già si conoscono. E’ necessario pensare ai modelli mentali che si utilizzano (le premesse spesso non espresse di molti ragionamenti sia di tipo organizzativo sia di business) e provare a metterli in discussione, dovremmo, cioè, evitare di diventare schiavi dei nostri stessi modelli.
Come ha ben detto Martin Luther King: può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla. E chi ha l’autorità, ha la responsabilità di fare quello che serve nell’interesse dell’organizzazione, delle persone che ci lavorano e della comunità in cui l’organizzazione stessa opera.
Un buon leader può impegnarsi a iniziare un dibattito in modo franco e completo, sapendo che alla fine lui e il lato opposto dovranno essere alla fine più vicini, e quindi, emergere entrambi più forti di prima. Non si ha questa idea quando si è arroganti, superficiali e disinformati (Nelson Mandela). E’ una frase piena di profondità e di umanità: umiltà, focalizzazione e profondità, apprendimento e ricerca di conoscenza, un bel piano di lavoro per il leader!

Molte aziende operano come se il futuro fosse un’estensione lineare del presente: se il business attuale funziona, è profittevole, investono nelle stesse tecnologie, negli stessi mercati, negli stessi prodotti, in virtù del fatto che se sta funzionando oggi, lo farà anche domani, non devono così sforzarsi su nuovi fronti. In realtà dovrebbe esserci una strategia di sfruttamento dell’esistente e delle sue potenzialità ma dovrebbe esserci anche una strategia di esplorazione di nuovi mercati, tecnologie e prodotti. Quello che le ultime crisi ci hanno insegnato è che il futuro non sempre è un’estensione lineare, ma che a volte avvengono delle svolte in direzioni totalmente nuove e impreviste. E noi siamo immersi in un momento di grande cambiamento i cui risultati saranno totalmente imprevedibili.

Cambiare opinione non è difficile

Cambiare partito è molto facile
Cambiare il mondo è quasi impossibile
Si può cambiare solo se stessi
Sembra poco ma se ci riuscissi
Faresti la rivoluzione
Cambia-Menti – Vasco Rossi

Il mondo di oggi richiede proprio una rivoluzione e questo forte cambiamento deve partire proprio da chi ha la possibilità di farla e che dovrebbe guidarla. Rivoluzione è molto più forte di cambiamento e questa rivoluzione dovrebbe prima di tutto partire da noi stessi.
Qualcuno alla parola “rivoluzione” avrà associato le molte della storia quasi tutte cruente, ma altre rivoluzioni hanno avuto esiti più profondi e duraturi: il metodo scientifico, il computer, Internet, le nuove tecnologie digitali, l’aereo, i progressi delle neuroscienze, etc.

Potremmo iniziare proprio a rivoluzionare, a cambiare il nostro modo di pensare e di agire.

Per poterlo fare abbiamo bisogno di coraggio e di immaginazione. Abbiamo bisogno di leader che abbiano una visione, che sappiano definire una direzione, che riescano a concentrare le energie di tutti in vista di un obiettivo ambizioso, sfidante e meritevole dell’impegno e degli sforzi necessari per raggiungerlo, di leader che siano tali per la passione che sanno trasmettere e l’ispirazione che sanno infondere.
Questi leader devono trovare la forza e il coraggio di andare sul balcone a osservare le stelle, a immaginare quello che potrebbe essere. E per favore, non andateci da soli, portate con voi le vostre persone.

Buona settimana
Massimo

 

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