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Il mio (piccolo) D.P.C.M. per l’Italia: Dobbiamo Proprio Cambiare per Migliorare…

By 4 Giugno 2020 No Comments

I have a dream’ ho un sogno… che l’Italia possa tornare ad essere quel grande paese che è.

Premetto subito che non sono schierato politicamente avendo scelto, per ‘cambiare il mondo’ (non suoni altezzoso, mi riferisco sempre al mio piccolo contributo) l’arena economica in particolare delle aziende, terreno che sento più vicino alle mie competenze e sensibilità. Non sostengo che un partito sia meglio di un altro ma semplicemente che dovremmo riportare la politica alla realtà, vicina al mondo vero delle persone, delle aziende e dei problemi che affrontano ogni giorno: le strade sono sicure? Gli ospedali funzionano? Le scuole preparano le nuove generazioni? I ponti non crollano? 
Dovremmo, cioè, farci tutti la domanda che permise a Ronald Regan regna di vincere le elezioni: ‘State meglio oggi o quattro anni fa?’. Se la risposta è positiva si tiene il governo, se è negativa si cambia. 
E se l’amico/lettore vuole proprio appiccicarmi un’etichetta mi definirei un liberale pragmatico…
Come cittadino e non come suddito, mi faccio delle domande, voglio capire e mi aspetto delle risposte chiare, dimostrate e convincenti. 
Sono convinto che tutti noi dovremmo esigere dai nostri rappresentati risposte e fatti; è uno dei modi per riportare la politica alla logica della vita del mondo di noi persone comuni.

Fatta questa doverosa premessa, provo a dare, forse sognando un pò, un piccolo contributo formulando qualche proposta dirompente anche se in realtà di non impossibile realizzazione.

Prima proposta
Il Presidente del Consiglio Conte e tutti i ministri (anche il Presidente Fontana e l’assessore Gallera) si dovrebbero dimettere subito. 
La scusa che il Covid 19 ha creato una situazione nuova e di emergenza e quindi che è normale ci siano stati degli errori, non regge. Si poteva e si doveva fare meglio: 33.601 morti (contati per difetto, sembra che ne manchino almeno altri 20.000 non conteggiati) lo esigono, il disastro economico nel quale siamo immersi lo richiede, la preparazione di un vero rilancio lo impone. A giugno non abbiamo ancora ben capito cosa è successo.
E’ stata spesso usata l’analogia della guerra, paragonando l’epidemia a uno stato di guerra, ebbene qual’è una delle prime cose che fa un generale che vuole battere il nemico? Deve conoscere dove sono schierati i nemici, quindi deve creare un sistema di intelligence per conoscere posizione e forze delle truppe avversarie, cosa che noi non abbiamo fatto non avendo una mappatura reale e vera delle forze che dovevamo combattere. 
Basti pensare a tutta la problematica di tamponi, test sierologici, la fantomatica app ‘immuni’ che arriverà quando oramai non serve più e via dicendo.
In secondo luogo un buon generale deve creare un coordinamento tra le forze in campo, in questo caso i Governatori delle Regioni, la parte sanitaria, la comunicazione alla popolazione civile, ecc. ecc.. Anche qui il governo ha fallito miseramente.
Poi si sarebbe dovuto preoccupare della logistica, dei rifornimenti alle truppe e cosi via, fuor di metafora, di reagenti, mascherine, respiratori, ecc., e anche qui il caro ‘dottore dei miei tamponi’(Arcuri) nominato dal Governo ha fallito clamorosamente.
Un’altra cosa che un buon stratega dovrebbe curare sono i rapporti con gli alleati, nel nostro caso mi riferisco al Ministro degli Esteri che è parso più propenso a farsi riprendere a firmare le bolle di consegna della merce negli aeroporti e a fare dichiarazioni che brillano per l’assoluta inutilità che a dare un contributo concreto. Senza nulla togliere alla nobiltà del lavoro del magazziniere che riceve la merce, forse gli avrebbero dovuto spiegare che il compito di un Ministro degli Esteri è un’altro. 
A queste cose potremmo poi aggiungere la strisciante regolarizzazione degli immigranti assolutamente inutile a dare aiuto all’agricoltura, ignorando completamente quello che le varie associazioni degli agricoltori hanno chiesto e che rischia di creare un aumento preoccupante dell’immigrazione clandestina. 
Tralascio per carità di patria tutte le chiacchiere sui ‘bazooka’, le clamorose misure economiche di aiuto e le altre roboanti dichiarazioni perchè è sotto gli occhi di tutti la triste realtà. 
Alle dimissioni per incapacità e incompetenza del Presidente del Consiglio e dei Ministri aggiungerei anche le dimissioni delle 15 task force – 450 membri – di cui nessuno ha ancora capito di cosa si stiano occupando.
Da ultimo e gravissimo, dobbiamo ammettere che dal lockdown di Codogno la libertà e la democrazia in Italia sono state sospese. 
Ci fu un precedente in Italia, mi pare sul finire degli anni’70, negli anni di piombo:
I partiti di Governo – la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Socialista Democratico Italiano, il Partito Repubblicano Italiano e il Partito Liberale Italiano – rafforzati dal sostegno del Partito Comunista Italiano, trovarono l’intesa politica per elaborare una serie di leggi per far fronte alla situazione di crisi che il Paese stava vivendo.
In ragione dell’emergenza terrorismo, si producono alcuni significativi interventi legislativi, sottoposti anche al vaglio della Corte costituzionale, che rafforzano, tra l’altro, i poteri di intervento e di uso delle armi da parte forze di polizia, ma sempre nel rispetto delle riserve di legge e di giurisdizione, previste dalla Costituzione. (Wikipedia)
Abbiamo assistito a una gestione della crisi a colpi di DPCM senza il coinvolgimento del Parlamento e a uno scollamento delle Regioni che tra l’altro proprio negli ultimi giorni,  ha visto alcune di queste che volevano impedire la libera circolazione dei cittadini in aperta violazione della Costituzione.
Quindi non solo il ‘cosa’ (le contromisure) ma anche il ‘come’ (il metodo) è stato profondamente sbagliato, inconcludente e fonte di confusione.
Caro Presidente del Consiglio Conte ‘please go home’, non dimentichi di portarsi dietro tutte le sue task force e anche il suo consigliere per la comunicazione che l’ha molto male consigliata, perché a ben vedere anche la sua comunicazione è apparsa confusa, inconcludente e  troppo pervasiva… 

Non siete in grado di guidare il paese.
Quindi prima proposta operativa, dimissione di tutto lo ‘staff’ che si è dimostrato non all’altezza della situazione.

Seconda proposta. 
Creazione di un governo guidato da Mario Draghi con un team di specialisti di provata esperienza, chiamando al Ministero della Salute qualcuno dei tanti dottori che in prima linea sono a conoscenza di quello di cui parlano, ad esempio il Prof. Crisanti, il dr. De Donno, o il prof. Galli. Ci vuole gente che conosca dal campo l’insidiosità del virus. 
Immagino che in altre aree si possano coinvolgere altri esperti, soprattutto per rilanciare l’economia e i necessari investimenti in infrastrutture per rendere il sistema paese più competitivo. Lo scopo di questo governo di tecnici deve essere solo quello di guidare il paese fuori dalla crisi. Vivide nella memoria sono ancora i disastri del governo Monti e non si deve ripetere lo stesso schema. Ma un governo che abbia il compito di gestire l’immediato con competenza e capacità e sappiia come operare nelle due emergenze – sanitaria ed economica – è quello che serve in questo difficile momento.

Terza proposta. 
Creazione di un’ Assemblea Costituente che riscriva alcune parti della Costituzione che oramai imballano il paese, rendendo i processi decisionali lentissimi, complessi e inadeguati a un mondo veloce come l’attuale. 
Quello che sta emergendo sull’uso delle correnti nella Magistratura è di una gravità inaccettabile e una riforma seria non più procrastinabile. 
Pur rimanendo certi principi diritti e doveri assolutamente attuali, altre parti della Costituzione, soprattutto quelle ‘più operative’ vanno modernizzate.
Va riscritto anche il modo di fare politica, rendendolo più consono a uno stato civile, a una società matura. 
Torniamo a parlare, discutere, ragionare con serietà e soprattutto impariamo ad ascoltare.

Quarta proposta. Flat tax.

Quinta proposta. Sburocratizzazione… vera! 
Raccontare di voler semplificare producendo un decreto di 260 articoli e centinaia di pagine è un ossimoro. Non è credibile.

E’ ora di cambiare…!

Non sono particolarmente religioso, ma apprezzo papa Francesco, per la sua importante storia personale, per i valori che esprime e per i messaggi profondi che sempre espone con grande umanità e comprensione della vita.
Questo grande papa ha chiuso l’omelia del 31 maggio con queste parole che meritano di essere ben pesate e pensate:

Accendi in noi il desiderio di servire, di fare del bene. 
PERCHE’ PEGGIO DI QUESTA CRISI, C’E’ SOLO IL DRAMMA DI SPRECARLA.

Le vittime, la sofferenza, l’impegno, i tanti che hanno perso il lavoro, gli innumerevoli drammi, le difficoltà che tutti stiamo vivendo, non possono essere sprecati.
Non più…non ancora…

Un semplice cittadino che ama il suo paese.

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Buona settimana
Massimo

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