Vedere oltre …Dove non c’è visione, non c’è speranza.
George Washington
Concedetevi l’occasione di sognare. Alimentate anche i sogni dei vostri figli. Anche se questo dovesse significare lasciarli in piedi ben oltre l’ora di andare a letto.
Randy Pausch
La parola visione deriva dal latino “videre” – vedere, per estensione rappresenta anche un’idea, un concetto, un quadro di riferimento. E’ un termine interessante che ha diverse prospettive: la visione di me proiettata nel tempo (personale), la visione di una certa situazione (prospettiva-previsione), la visione di quello che l’organizzazione dovrà essere nel futuro (vision).
Su Wikipedia troviamo una definizione interessante: il termine visione (vision) è utilizzato nella gestione strategica per indicare la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi (goal-setter) e incentiva all’azione. Con il termine Vision si intende l’insieme degli obiettivi di lungo periodo che il Top Management vuole definire per la propria azienda, comprende anche la visione generale del mercato e l’interpretazione di lungo periodo del ruolo dell’azienda nel contesto economico e sociale.
Il “manifesto” della visione (vision statement) dovrebbe essere tale da spronare i membri dell’organizzazione (o il singolo nel caso di vision personale) e renderli orgogliosi di farne parte.
Lo sviluppo di una visione ha due dimensioni: una temporale (un certo stato desiderato nel futuro) e una immaginativa (una condizione migliore, secondo certi parametri, verso la quale tendere), le due dimensioni definiscono una direzione verso la quale muoversi, allineando gli sforzi di tutti in vista di un obiettivo definito, ambizioso, interessante e dotato di significato.
Molte organizzazioni hanno “visioni” roboanti e accattivanti, simili agli spot pubblicitari, che però rimangono tali: delle visioni, appunto, ma nel senso negativo del termine, ossia fantasticherie.
Sviluppare una visione dovrebbe portare alla definizione di una strategia per realizzarla.
Mi piace paragonare l’Hejō (strategia) all’attività dell’artigiano e più esattamente a quella del carpentiere che costruisce le case.
(…) L’ideogramma cinese del carpentiere significa “grande schema”, anche i principi dell’Hejō sono un “grande schema”.
(…) Se vogliamo paragonare l’Hejō all’attività del carpentiere, potremmo dire che il condottiero è il maestro carpentiere: egli conosce i segreti dell’arte, il territorio e le esigenze delle persone per cui si costruisce l’edificio. Questa è la via del maestro carpentiere. Il maestro carpentiere studia le misure dei templi e i progetti delle case e provvede alla loro costruzione.
Il maestro che recluta altri carpentieri deve conoscere il grado di preparazione di ciascuno per distribuire i singoli incarichi.
Miyamoto Musashi – Il Libro dei Cinque Anelli.
La strategia è un “grande schema”, nel quale obiettivi, azioni, risorse e competenze trovano una sistemazione precisa. Come un carpentiere, il leader crea un’immagine (visione) dell’edificio che desidera costruire, procede a un’accurata scelta dei materiali e pianifica i compiti degli altri carpentieri (formazione della strategia) e inizia la costruzione (esecuzione): per operare con precisione e rapidità nulla deve essere lasciato al caso. Il maestro deve conoscere le capacità e i limiti dei suoi collaboratori e deve stimolarli quando è opportuno, senza tuttavia pretendere l’impossibile. (Miyamoto Musashi – op.cit.)
La “creazione” della visione è un processo complesso che richiede la capacità di immaginare un futuro possibile, la capacità di vedere qual è il punto di partenza con lucidità e capacità di analisi/sintesi, cioè utilizzando un metodo strutturato e come un soldato anche il carpentiere affila i suoi strumenti, ne cura la manutenzione e li porta con sé in una custodia (Miyamoto Musashi – op.cit.).
Vi è anche un aspetto di “valore”: non tutti i futuri possibili sono interessanti o meritevoli degli sforzi per realizzarli.
Realizzare la visione richiede, inoltre, la capacità e il coraggio di “cambiare quello che va cambiato”, quando e dove è necessario.
Molte organizzazioni non hanno “visioni”, si limitano a condurre il “business as usual” non riuscendo a tracciare nuovi percorsi; il loro principale ostacolo è proprio il successo del passato che rischia di diventare una pesante zavorra che ne impedisce l’evoluzione (compiacimento).
Altre vedono nel futuro un’estensione lineare dell’esistente non riuscendo a coglierne né i rischi, né le opportunità. Un esempio di questa difficoltà al cambiamento fu Nokia che, pur essendo leader nel settore dei cellulari, appagata del suo 40% di quota di mercato, ha trascurato l’arrivo degli “smart phone” che l’hanno buttata fuori.
In altri casi il rischio deriva da una cultura aziendale autoreferenziale, legata tutta a logiche interne, a equilibri di potere, etc, che con una deriva progressiva si allontana sempre di più dalle dinamiche di mercato.
Così la dura e inesorabile legge della selezione naturale espelle quelle aziende e quelle organizzazioni che non sono più adatte a operare in un mercato che continua a modificarsi, a volte in direzioni inaspettate.
In tutti i casi, è indiscutibile il ruolo di una leadership autorevole e creativa che sappia “vedere” i punti di forza e di debolezza e che abbia il coraggio necessario per agire.
Come la maggior parte dei secchioni americani nati nel 1960, ho trascorso parte della mia infanzia a sognare di essere il capitano James T. Kirk, comandate della nave stellare Enterprise.
(…)Per giovanotti ambiziosi con un’inclinazione scientifica, non poteva esserci un modello di comportamento migliore di James T. Kirk di Star Trek. Credo seriamente infatti di essere diventato un buon insegnante, un bravo collega – forse addirittura un buon marito – studiando il capitano Kirk mentre comanda l’Enterprise.
Pensateci. Se avete visto il telefilm sapete che Kirk non è il più intelligente sulla navicella spaziale. Il signor Spock, il primo ufficiale, è di gran lunga il personaggio dall’intelletto più acuto. Il dottor McCoy possiede tutta la conoscenza medica disponibile all’umanità nell’anno 2260. Scotty è il capoingegnere che ha il know-how tecnico per far funzionare la nave, anche quando viene attaccata dagli alieni. Quindi qual è l’abilità di Kirk? Come può salire a bordo dell’Enterprise e comandarla?
La risposta è una: c’è un’abilità chiamata “leadership”.
Ho imparato davvero tanto osservandolo in azione. E’ l’essenza del manager dinamico, uno che sa delegare, sa ispirare gli altri grazie alla sua passione, e sta bene nell’uniforme da lavoro. Non ha mai professato di avere capacità superiori a quelle dei suoi subordinati. Sa riconoscere il valore di ciascuno nelle proprie mansioni. Ma è lui a stabilire il punto di vista, il tono. E’ a capo dello spirito collettivo. In più, ha tali qualità da seduttore che può corteggiare le donne di qualsiasi galassia che visita.
Una lunga citazione tratta dal libro di Randy Pausch: L’ultima lezione. La vita spiegata da un uomo che muore. “L’ultima lezione” del professor Pausch prima di lasciare l’università perché condannato senza speranza dal cancro che avanza. Un libro che è soprattutto una riflessione sulla vita e sulla voglia di vivere e che contiene alcuni frammenti preziosi come quello sulla leadership. Pausch, lui stesso grande e incredibile esempio di leader che vuole lasciare qualcosa ai suoi studenti e ai suoi figli.
Qual è la tua “visione”? Qual è il tuo “grande schema”? E se hai la responsabilità di un’azienda che visione vuoi realizzare? E soprattutto, hai il coraggio di fare quello che serve? E il tuo “equipaggio” lavora con te con passione e dedizione o solo perché deve? Li ispiri o li intimorisci? In quali teorie motivazionali credi? Forse ancora nel medioevale “bastone e carota”? Credi che il denaro sia il mezzo migliore per incentivare i tuoi?
Termino ancora con il professor Randy Pausch:
“Dunque la lezione di oggi verteva sulla realizzazione dei sogni dell’infanzia” ho detto. “Ma avete compreso la finta di gambe?”
Ho fatto una pausa. L’aula è rimasta in silenzio.
“Non è su come realizzare i vostri sogni. Ma su come vivere la vostra vita. Se la vivete nella maniera giusta, il vostro karma andrà a posto. E saranno i vostri sogni a raggiungervi.”
Visione, sogni, speranza … per vedere oltre!
Buona settimana
Massimo