Ehm… Che succede, amico?
Si ricomincia! Bentornati!
Pronti a ripartire?
Batterie ricaricate?
Let’s go!
Nel pensare a cosa scrivere nel primo post dopo-vacanze, mi sono ricordato di una visita affascinante, fatta in agosto: i Warner Bros Studios a Los Angeles.
Nel piazzale davanti all’ingresso, campeggiano due statue di personaggi molto famosi: Daffy Duck e Bugs Bunny (ritratto nella foto che accompagna il post).
E proprio Bugs Bunny mi ha dato lo spunto per un inizio scoppiettante…
Il personaggio di Bugs Bunny nasce nel 1938, frutto del genio creativo di Bob Clampet, Tex Avery, Robert McKimson, Chuck Jones e Friz Freleng, appare nella serie Looney Tunes prodotta dalla Warner Bros.
Bugs Bunny è noto per la sua celebre Battuta “Che succede, amico?” (“Ehm… What’s up, doc?” nell’originale) e i suoi scontri con Taddeo, Yosemite Sam, Marvin il marziano, a volte pure Daffy, Rocky e Mugsy, Beaky Buzzard, Hazel e anche Wile E. Coyote, quando questi non è alle prese con Beep Beep. (Wikipedia)
Lasciando il commento alla frase “Che succede, amico?” alla conclusione, il rientro dalle vacanze porterà molti di noi a riprendere le interminabili dispute con i Taddeo, gli Yosemite Sam, etc. etc., che popolano così tante organizzazioni.
Quasi invariabilmente, Bugs Bunny esce vincitore da questi conflitti, perché fa parte della sua natura. Ciò è particolarmente evidente nei film diretti da Chuck Jones, che amava mettere in gara “vincenti” e “perdenti”. Preoccupato che il pubblico potesse perdere simpatia per un aggressore che vinceva sempre, Jones trovò il modo perfetto per rendere Bugs simpatico facendo sì che i suoi antagonisti usassero ripetutamente minacce, sbruffonate e scorrettezze. (Wikipedia)
Beh, anche qui possiamo, per analogia, riferirci a molte situazioni nelle quali alcune persone (i Taddeo citati più sopra), nella vita di tutti i giorni, usano minacce, sbruffonate e scorrettezze.
Offeso in questo modo (solitamente tre volte) Bugs affermava di solito “Naturalmente, ti rendi conto che questo significa guerra” (una battuta ripresa da Groucho Marx) e il pubblico dava a Bugs il suo tacito assenso alla rappresaglia. (Wikipedia)
Aspettare tre volte per reagire, potrebbe essere proprio un buon consiglio.
Non sempre “porgere l’altra guancia” è un saggio precetto! Soprattutto quando minacce, sbruffonate e scorrettezze, rischiano di compromettere il lavoro e l’impegno di tanti.
Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, Bugs Bunny era una figura leggendaria per la gente, un simbolo di grande forza capace di vincere qualunque avversità, nonostante le minime probabilità di riuscita, soltanto grazie al proprio ingegno. (Wikipedia)
Bugs Bunny è un personaggio positivo, ingegnoso e simpatico. E nella lingua inglese “Bugs” o “Bugsy” è un sinonimo di “pazzo”, a volte, un po’ di pazzia non guasta, cioè riuscire ad affrontare situazioni con originalità, immaginazione e creatività.
E la creatività, come ha detto qualcuno, è fare scelte interessanti.
In un post dell’agosto 2015, su HuffPost, Alessandro Butitta scrive:
Personaggio senza peli sulla lingua, capace di sorridere agli inconvenienti della vita con strafottenza, Bugs Bunny in 75 anni ha dato una nuova immagine ai conigli di tutto il mondo, togliendo loro di dosso la nomea di fifoni, ricacciando nella sua tana il Bianconiglio. Sì, perché il campione dei Looney Tunes sin dal 1940, anno della sua comparsa ufficiale in Caccia al coniglio di Tex Avery, ha dimostrato che avere lunghe orecchie e una coda batuffolosa non è assolutamente un limite per essere presi sul serio. Contano di più il carisma, il carattere, l’arroganza sorniona di chi sta sempre dalla parte giusta. E non è un caso che Bugs Bunny sia stato arruolato durante la Seconda Guerra Mondiale per tenere alto il morale delle truppe americane: lo si è visto in campo contro i giapponesi e i nazisti, lo si è visto persino sbeffeggiare Hitler con la stessa insolenza con cui si prendeva gioco dell’inerme Taddeo. Un coniglio così spavaldo non può che conquistare copertine su copertine, consensi su consensi, applausi su applausi. (dal post Perché dovremmo prendere esempio da quel cinico coniglio di Bugs Bunny, 7/8/2015, Alessandro Butitta)
In questi tempi di grandi problemi e opportunità, abbiamo bisogno del giusto distacco e presenza di spirito per riuscire ad affrontare con successo l’inevitabile incertezza di quello che arriverà e del necessario equilibrio per non essere sovraccaricati da ansia e stress.
In quel “Che succede, amico?” c’è anche quel disincanto, quel tocco di “follia”, che aiuta a mettere angosce e difficoltà nella giusta dimensione; in mancanza di prospettiva e di equilibrio, tutto rischia di sembrare ineluttabile e irrisolvibile.
L’atteggiamento ostinatamente ottimista, quello che vuol vedere il rosa anche dove il nero è il colore dominante, rischia di impedirci di vedere la realtà, rischia di offuscare la nostra percezione del mondo avvolgendola in una patina dorata e … fasulla.
Non è, forse, preferibile un atteggiamento realista, che si sforza di vedere il mondo per quello che è così da poter agire poi, con efficacia e come Bugs Bunny con ingegno?
E come il simpatico leprotto, possiamo sempre sederci da qualche parte a sgranocchiare una carota, cercando quel “distacco” necessario per mantenere lucidità di pensiero e chiarezza d’azione.
That’s all, Folks!
Buona ripresa e buona settimana.
Design a better world …
Massimo