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Il fattore “X”

By 21 Luglio 2014 Marzo 29th, 2018 One Comment

Il fattore “X”.
 
Il successo della popolare trasmissione televisiva, versione italiana del talent show americano The X Factor, induce a pensare, in prima battuta, che il successo sia determinato da un qualche fattore “X” presente nel patrimonio genetico degli aspiranti artisti. Tale pensiero utilizza spesso le parole talento, genio, dote personale, predisposizione, etc.

Nelle aziende, gli addetti alla selezione del personale o l’imprenditore, sono, a volte, alla ricerca di candidati che possiedano il “fattore X”, che possa fare la differenza e che sia certezza di un potenziale inserimento risolutivo o comunque in linea con le necessità espresse dall’azienda.
Pietro Trabucchi nel suo bellissimo libro, “Perseverare è umano” Editore Corbaccio”, definisce questa modalità

il “complesso del Principe Azzurro”: vale a dire l’idea che da
qualche parte del mondo esiste la persona su misura per noi.

Naturalmente passata la prima fase dell’innamoramento, il neo-assunto si troverà calato nella realtà dell’azienda, con tutti gli aspetti positivi e negativi dell’organizzazione, delle procedure e dei gruppi di potere e finirà molto presto tra le persone di potenziale che non sono riuscite a emergere. Oppure le sue competenze fresche e nuove all’inizio subiranno un processo di obsolescenza rapido e si appiattiranno tra quelle medie dell’azienda, con un processo di spostamento verso la parte sinistra della curva di distribuzione normale (gaussiana). Da qui la necessità di un processo di formazione e apprendimento continui, già espresso in molte altre occasioni, che le aziende dovrebbero mettere in atto in un mondo che vede invecchiare rapidamente le conoscenze e le competenze.

Un altro aspetto interessante del Fattore X al lavoro è la ricerca spasmodica di strumenti, schemi e tecniche, da apprendere velocemente, possibilmente senza troppa fatica, a basso costo, da utilizzare subito e che possano generare il successo così tanto atteso e cercato. Ne sono un esempio, i tanti corsi (brevi, economici, e dalle promesse roboanti) che si possono facilmente trovare in una ricerca sul web. Non è precisamente la ricerca di un “fattore X” in questo caso, ma la ricerca di una “App” (come quelle dell’iPhone) che possa dare risultati certi, facili e con poca fatica, esempio di un processo mentale di trasferimento dal cromosoma del genio al tool risolutivo.

Insomma, il successo deve essere facile, arrivare rapidamente e con poca fatica.

Ben consapevoli che qualche volta succede per la presenza simultanea di fattori astrali particolarmente favorevoli, generalmente non funziona così. La psicologia ci dice che vige la regola delle 10.000 ore, ossia che il talento (o almeno quella qualità percepita come tale) è il frutto di un esercizio intenzionale, continuo e prolungato nel tempo. E che, avere successo, richiede fatica e perseveranza.

SENNANon ho idoli. Ammiro il duro lavoro, la dedizione e la competenza, diceva Ayrton Senna.
Mi spiace, non ci sono scorciatoie. Il risultato di quell’impegno, però, è incredibilmente efficace e appagante.

Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all’esperienza. Puoi volare molto in alto. (Ayrton Senna)

E’ impegnativo? Certamente sì, molto.

Alcune considerazioni finali:
1) L’uomo cresce secondo la grandezza del compito (Carl Gustav Jung), le persone vanno stimolate con continue sfide, che siano un poco oltre le proprie capacità, compiti che si possono svolgere al limite delle proprie competenze e che per questo una volta portate a termine diventano motivo di soddisfazione: ce l’ho fatta!

2) Apprendimento continuo: le persone vanno formate, continuamente, costantemente, per mantenerle efficaci, competenti, professionali e motivate.

3) Tolleranza all’errore: è necessario creare spazi dove gli errori siano tollerati e consentiti, altrimenti non ci può essere apprendimento e crescita.

4) Inizia da te: i punti precedenti funzionano meglio se tu per primo li hai provati e li continui a sperimentare, ti daranno un livello di consapevolezza nel guidare il processo di crescita delle tue persone che altrimenti non avresti.
Due strade divergevano in un bosco ed io – io presi la meno battuta, e questo ha fatto tutta la differenza. (R. Frost)

Scegli la tua strada.

Buona settimana
Massimo

 

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