BLOGBLOGBLOG

Si’, ma dove ha le rotelle?

By 19 Giugno 2016 Marzo 29th, 2018 No Comments

Sì, ma dove ha le rotelle?EinsteinSi, ma dove ha le rotelle?
Albert Einstein, a due anni, alla nascita di Maja (la sorella) nel 1881, dopo che gli era stato annunciato che avrebbe avuto un nuovo giocattolo.

Tempo, ritmo, armonia e tranquillità sono tutti tra loro collegati, ma tutto inizia proprio dal tempo, dal ricavare quei momenti indispensabili per pensare, per applicarsi, con disciplina anche allo sviluppo della nostra mente (mind fitness).
(Non ho tempo per andare di fretta. – post del 10/5/2015)

Mind-fitness per creativi.

Uno dei più grandi “pensatori” è stato, senza dubbio, Albert Einstein.
Lepold Infeld, fisico polacco, a proposito di Einstein disse: la grandezza di Einstein sta nella sua stupenda immaginazione e nella tenacia incredibile con la quale continua ad affrontare i problemi.
Una stupenda immaginazione unita a una capacità di pensiero, uniche.

Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di potenziare le capacità della nostra mente per produrre idee originali e risolvere i tanti problemi che un mondo sempre più complicato, complesso e in rapido cambiamento, produce.

Einstein non era un pessimo studente come vuole la leggenda, ma aveva effettivamente dei problemi in campo scolastico. Una personalità ribelle e un forte rifiuto per l’autorità lo accompagnarono lungo tutto il periodo degli studi, al termine del quale, nonostante gli ottimi voti, fu l’unico tra i diplomati del suo anno a non ottenere un posto da assistente al Politecnico di Zurigo. Einstein fu quindi costretto a trovare lavoro presso l’ufficio brevetti di Berna, un lavoro umile che gli garantiva però sufficiente tempo libero per portare avanti le sue ricerche. Nel 1905 arrivò quindi il suo annus mirabilis, in cui pubblicò quattro articoli che rivoluzionarono il mondo della fisica. Nonostante questo, passarono altri quattro anni (dieci dalla sua laurea) prima che gli venisse proposto un posto da professore universitario.
(10 curiosità su Albert Einstein – Wired.it – 25/11/2015)

Einstein usava la sua mente per condurre “esperimenti mentali”:
Gedankenexperiment, la parola tedesca per “esperimento mentale”, è il modo in cui notoriamente Albert Einstein chiamava le situazioni di fantasia che portarono alle sue più grandi scoperte fisiche.
La scoperta della velocità finita della luce – l’idea al centro della relatività ristretta – per lui risaliva ai suoi sogni, da ragazzo, di poter cavalcare fasci di luce. La relatività generale, la monumentale teoria einsteiniana della gravità, deve le sue origini alle riflessioni su come salire e scendere in un ascensore. In entrambi i casi Einstein ideò nuove teorie sul mondo fisico usando l’occhio della mente per spingersi oltre i limiti delle osservazioni in laboratorio.
(Sabine Hossenfelder – Viaggi della mente – Le Scienze novembre 2015)

La fantasia – facoltà della mente umana di creare immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no a una realtà – come possibilità di immaginare quello che non c’è per sviluppare nuovi percorsi di pensiero e immaginare il possibile.

E come ben racconta un titolo della notizia, Einstein faceva un uso potente della fantasia:
Scoperte le onde gravitazionali: Einstein aveva ragione.
Alle 10.50 e 45 secondi (ora italiana) del 14 settembre 2015 i due strumenti dell’esperimento Ligo negli Stati Uniti (nello Stato di Washington e in Louisiana) hanno registrato un dato anomalo. Da quel momento sono iniziate le verifiche. E giovedì, alle 16.30 a Pisa (qualche minuto prima della conferenza stampa gemella a Washington) è finalmente stato dato l’annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali. Per la fisica e la scienza tutta l’11 febbraio 2016 sarà una data che avrà un capitolo a parte in tutti i libri di testo. Le onde gravitazionali, infatti, erano state previste esattamente un secolo fa, nel novembre 1915, quando Albert Einstein illustrò la sua Teoria della relatività generale, di cui costituiscono uno dei capisaldi. Finora però non erano mai state «trovate» e l’annuncio può ambire al titolo di «scoperta del secolo». E i ricercatori che hanno partecipato agli esperimenti entrare tra i candidati a uno dei prossimi Nobel per la fisica. A questa impresa collettiva hanno collaborato 1.004 ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche di tutto il mondo.
(Corriere della Sera – 11 febbraio 2016)

Alcune frasi di Einstein, racchiudono il segreto del suo metodo.

Curiosità
Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso.

La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi.
La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può far a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell’eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po’ di quel mistero. Non perdere mai una sacra curiosità.

Immaginazione
Quando rifletto su di me e sui miei metodi intellettuali, mi sembra quasi che il dono della fantasia mi sia servito più della capacità di impadronirmi della conoscenza assoluta.

L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata: l’immaginazione abbraccia il mondo.
(attribuita a Einstein)

Perseveranza
Dio mi ha dato la cocciutaggine di un mulo e il fiuto di un buon segugio.

Umiltà
Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione: un unico esperimento può dimostrare che ho sbagliato.

Apprendimento continuo
A elevare l’uomo e ad arricchirne la natura non sono certamente le applicazioni della ricerca scientifica, ma la spinta a capire, il lavoro intellettuale di creazione o di studio.

Pensiero visivo
Aveva un modo di pensare visivo, per immagini:
Non ritengo che le parole o il linguaggio scritto o parlato abbiano alcun ruolo nel meccanismo del mio pensiero. Le entità psichiche che sembrano servire da elementi sono piuttosto alcuni segni o immagini più o meno chiare che nella mia mente entrano in un gioco combinatorio di tipo visivo e a volte muscolare.

Albert Einstein aveva la capacità di vedere il mondo in modo diverso da come lo vede la maggioranza delle persone ed è a questa sua capacità che egli deve le sue felici intuizioni e teorie.

Di tutte le caratteristiche elencate sopra, la più potente è la curiosità che è l’impulso che ci muove a scoprire, ricercare ed esplorare.

Era attento al momento presente:
Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto.

Era interessato all’uomo:
Il miglioramento delle condizioni in tutto il mondo non dipende in maniera essenziale dalla conoscenza scientifica ma dalla realizzazione delle tradizioni e degli ideali umani.
 
Cercare di diventare non un uomo di successo, ma un uomo di valore.

Era consapevole di cosa vuol dire essere uomini:
Dobbiamo fare del nostro meglio. E’ questa la nostra sacra responsabilità di esseri umani.

Cercava la saggezza:
La saggezza non è un prodotto dell’istruzione ma del tentativo di acquisirla che dura tutta la vita.

E’ interessante osservare come a un pensiero profondo e originale si affianchi anche una riflessione sull’uomo, la società e l’umanità più in generale, elementi comuni a molti scienziati.

Insomma un grande uomo, scienziato e pensatore, e come dimostrano le brevi note che ho riportato, il suo lasciato va ben oltre ai fondamentali contributi alla scienza.

Einstein è la personificazione dell’insaziabile ricerca versa una spiegazione della realtà, del mondo e delle leggi dell’universo, ricerca iniziata con il comparire dei primi uomini.

La creatività è l’esempio più rappresentativo della natura dinamica dell’intelligenza e può sollecitare tutte le aree della nostra mente e del nostro essere.
(…) Molte persone pensano di non essere creative perché non sanno che cosa significhi esattamente essere creativi. Questo è vero in due diversi sensi. Il primo è che esistono alcune abilità generali e tecniche di pensiero creativo che tutti possono apprendere e applicare quasi a ogni situazione. Queste tecniche possono aiutare ad avere nuove idee, a individuare quelle utili, a favorire un pensiero originale, specialmente in gruppo.
(…) La creatività rappresenta un passo oltre l’immaginazione, perché richiede l’azione e non solo il pensiero. E’ un processo molto pratico che implica la creazione di qualcosa di originale: una canzone, una teoria, un abito, un racconto, una barca o una nuova salsa per gli spaghetti. Non importa che cosa: tutte queste creazioni originali hanno qualche caratteristica in comune.
La prima cosa è che si tratta di un processo.
(…) La creatività implica numerosi processi differenti che si intrecciano. Il primo si esplica nel generare nuove idee, immaginare possibilità diverse, considerare opzioni alternative. Questo può significare suonare alcune note, tratteggiare schizzi veloci, appuntare qualche pensiero, spostare le cose o muoversi. Il processo creativo implica anche sviluppare queste idee per giudicare quale funzioni meglio o sembri più giusta.
(Ken Robinson – The element)

Imparare a pensare in modo efficace e creativo dovrebbe essere quindi una delle nostre prime priorità.
Dalla nostra efficacia nel ben pensare dipende molto di quello che possiamo costruire e realizzare.
Dovrebbe essere un’abilità da coltivare e sviluppare.

Possiamo, intanto, iniziare a cercare anche noi e con curiosità, le famose rotelle.

Buona settimana
Massimo

 

    Pubblichiamo un nuovo post ogni settimana, se desideri riceverlo iscriviti:

    Nome e cognome (richiesto)

    Professione

    Indirizzo email (richiesto)

    Condividi l'articolo

    Leave a Reply