Solita avvertenza al navigante:
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è assolutamente voluto.
Il prosieguo della lettura potrebbe mettere in discussione qualche certezza ritenuta assoluta; per questo, caro amico/lettore, è mio dovere informarti del rischio nel quale potresti incorrere. Se invece hai coraggio, ami pensare con la tua testa e liberamente vuoi mettere in discussione le tue convinzioni e vuoi fare veramente innovazione prosegui pure nella lettura.
SOSTENIBILITA’: Nelle scienze ambientali ed economiche, condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
(…) Il concetto di sostenibilità, rispetto alle sue prime versioni, ha fatto registrare una profonda evoluzione che, partendo da una visione centrata preminentemente sugli aspetti ecologici, è approdata verso un significato più globale, che tenesse conto, oltre che della dimensione ambientale, di quella economica e di quella sociale. I tre aspetti sono stati comunque considerati in un rapporto sinergico e sistemico e, combinati tra loro in diversa misura, sono stati impiegati per giungere a una definizione di progresso e di benessere che superasse in qualche modo le tradizionali misure della ricchezza e della crescita economica basate sul PIL. In definitiva, la sostenibilità implica un benessere (ambientale, sociale, economico) costante e preferibilmente crescente e la prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella attuale.
SOSTENIBILE aggettivo [der. di sostenere]. – 1. a. Che si può sostenere. b. Che può essere affrontato. 2. estensione: Compatibile con le esigenze di salvaguardia delle risorse ambientali: energia s.; sviluppo s., locuzione con la quale si indica una strategia di sviluppo tecnologico e industriale che tenga conto, nello sfruttamento delle risorse e nelle tecniche di produzione, delle condizioni e delle compatibilità ambientali. (vedi sopra Sostenibilità)
(da Treccani.it)
Tre assi, ambientale, sociale, economico e un altro significato sottinteso: che si può sostenere, ossia la dimensione temporale, proiettata nel futuro.
Ti propongo caro amico/lettore un piccolo e semplice esercizio: prendi un foglio di carta e una penna, dividi il foglio in due colonne.
Nella prima colonna, a sinistra, indica sinteticamente tutti gli investimenti fatti in tecnologia nella tua azienda: attrezzature, macchine, impianti, software, ecc.. A fianco di ogni voce indica l’importo approssimato dell’investimento e poi somma il tutto. Otterrai cosi l’importo totale degli investimenti ‘tecnologici’.
Nella colonna di destra indica invece gli investimenti fatti sulla formazione delle tue persone.
Sono quasi sicuro che l’importo dell’investimento tecnologico sarà di almeno 10-20 volte superiore alla cifra della colonna di destra. In altri casi, purtroppo, la colonna di destra misurerà un triste zero.
Se questo fosse il caso, ritieni che la tua azienda abbia creato un percorso ‘sostenibile’ nel tempo?
Un’azienda è un sistema socio-tecnico (rimando qui l’amico lettore al post INDUSTRY 5.0 E OLTRE… dove ne parlavo diffusamente), quindi se la prevalenza è solo sull’aspetto tecnico abbiamo per definizione un sistema non sostenibile perché profondamente sbilanciato.
Ancora. Ripetiamo l’esercizio.
Colonna di sinistra: iniziative di innovazione incrementale quali miglioramento dei prodotti, estensione di gamma, miglioramento dei processi (efficienza), ecc.
Nella colonna di destra tutte le iniziative che puntano in direzioni nuove, completamente diverse dall’esistente (innovazione dirompente): nuovi processi, nuove tecnologie, nuovi prodotti, modifiche significative dell’organizzazione, ecc..
Ottieni così una veloce fotografia del tuo portfolio di innovazione che, come ogni buon portafoglio, dovrebbe essere bilanciato per distribuire il rischio. Se compili solo la colonna di sinistra e quella destra è vuota, stai lavorando sull’esistente e non stai lavorando per il futuro. Ancora una volta il sistema è sbilanciato.
Tema quello dell’innovazione sul quale ritornerò volentieri non essendo il focus di questo post.
E’ interessante, tuttavia, pensare che una riflessione di questo genere (un bilancio di ‘sostenibilità’) andrebbe compilato con uno sguardo a 360°: marketing e vendite?
E le ‘Risorse Umane’? A tale riguardo recentemente ho condiviso su LinkedIn un articolo di Fortune dal titolo: ‘Alessandro Rimassa: L’Hr manager deve cambiare, o sparirà. Ho aggiunto un laconico commento:
Spiragli di luce…
Ne scrissi in ‘La filosofia del catalogo’ nel 2015. Il link al post nei commenti. “Le persone al centro dell’azienda.” Meglio tardi che mai…! Che lo spiraglio si allarghi fino a diventare un fascio gigantesco.
Ripetiamo per un altro ambito. Sempre due colonne.
In quella di sinistra le competenze delle tue persone (manager, middle manager) e in quella di destra le competenze che dovresti sviluppare guardando tre/cinque anni avanti.
Immagino che non sia cosi facile individuare lo ‘skill gap’ ma, per quanto impegnativo sia, è un esercizio che andrebbe fatto. Se fosse difficile identificare il gap in competenze, cosa pensi di fare al riguardo?
Quest’ultima analisi dovresti estenderla anche a livello personale: cosa stai facendo per curare le tue competenze e non diventare obsoleto?
Se lavori in azienda che non cura questo aspetto ci dovresti pensare da solo. Che iniziative intendi intraprendere?
Potremmo fare anche un bilancio sulle parole usate e abusate (colonna di sinistra) e su un nuovo vocabolario da scrivere per preparare il futuro (colonna di destra).
Colonna di sinistra: performance, agile, webinar, online, call, smart working, digitalizzazione, complessità, storytelling, narrazione, digitalmarketing, talenti, vision, mission, inclusione, diversità, MBA, lean, coaching, ecc.
Colonna di destra: rispetto, umanità, saggezza, ben-essere, attenzione, semplicità, competenza, impegno, iniziativa, etica, valori, immaginazione, ispirazione, invenzione, novità, originalità, natura, design, creatività.
Parole, parole, parole, soltanto parole.
Un aforisma è una pietruzza gettata nella mente del lettore.
Il diametro delle onde concentriche, che esso forma, dipende dalle dimensioni dello stagno. (Nicolas Gomez Davila)
E per finire, colonna di sinistra, parole, frasi fatte, citazioni, detti famosi, ecc.; colonna di destra: comportamenti e azioni allineati alle parole della colonna di sinistra.
Una bella sfida! Allarghiamo lo stagno e facciamo allora!
In questo caos quasi post-pandemico si parla spesso di ritorno alla normalità.
Mi piacerebbe tanto che non fosse un ritorno ai cari vecchi tempi tout court ma che si iniziasse a guardare avanti con lungimiranza e ispirazione.
Il futuro va preparato, va costruito, va immaginato, va pensato, va agito.
Non sono esercizi facili quelli che ho proposto, ma se lo facciamo con serietà sono sfidanti e possono illuminare i vuoti da riempire e i gap da superare.
Non c’è vaccino che tenga contro l’inerzia dello status quo.
E l’inerzia, il compiacimento, la mediocrità sono virus temibili soprattutto in tempi come gli attuali.
Guardiamo avanti, mettiamoci al lavoro, cerchiamo nuove direzioni.
Buona settimana
Design a better world.
Massimo