Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde. (Tagore) Esplorazioni per Pirati #1Come sempre s’inizia l’anno con tutta una serie di buoni propositi, una lista di cose da fare, forse una lista di cose da evitare e, auspicabilmente una lista di progetti nuovi. Queste liste per essere davvero valide dovrebbero poi essere organizzate in un piano d’azione, dove le attività specifiche sono identificate e tempificate e dove sono definiti e chiariti anche i risultati attesi.
A tal proposito, la nostra esplorazione/riflessione di oggi, parte da una frase di Steve Jobs apparsa in un’intervista su Playboy nel 1985:
Effettivamente, fare un prodotto follemente eccezionale ha molto a che fare con il processo di creazione del prodotto, come impari le cose e adotti nuove idee e butti via le vecchie idee.
Possiamo trarne due chiavi di lettura: una personale e una, aziendale. Iniziamo dalla prima.
Efficacia / efficienza personale
Per creare qualcosa di nuovo bisogna attivare un processo, ossia svolgere delle attività in modo organizzato; nel nostro caso il prodotto nuovo è la competenza o l’abilità che intendiamo acquisire o migliorare. Come ben sanno gli atleti, all’energia e alla passione bisogna affiancare un metodo.
Come ben dice il caro amico Pietro Trabucchi, l’eccellenza è il sogno affiancato a un metodo, l’uno senza l’altro non produce risultati. Da qui la creazione di un piano personale di sviluppo.
La riflessione individuale sui propri punti di forza e debolezza confrontata con l’analisi delle competenze che ci vengono o ci verranno richieste, genererà una necessità di sviluppo in alcune aree e di conseguenza un piano di lavoro che vada a lavorare proprio sui quei punti che riteniamo importanti migliorare.
Il secondo aspetto ha a che fare con il processo attraverso il quale si acquisiscono nuove conoscenze e competenze. Studio e apprendimento continui sono da affiancare a esperienze concrete e operative di applicazione delle nuove competenze: “come impari le cose e adotti le nuove idee”. Sperimentare e provare sono i due verbi che indicano le azioni per apprendere nella pratica.
Infine dobbiamo, per far spazio alle nuove idee, liberarci delle vecchie: “e butti via le idee vecchie”. Il problema spesso non è solo l’acquisizione di nuove competenze o idee, ma i vincoli sia cognitivi che comportamentali, derivanti da vecchie idee/modi di fare che si sono oramai cementati e sono diventati abitudine: Non vi è nulla di così assurdo che l’abitudine non renda accettabile. (Erasmo da Rotterdam): non perdiamo la capacità di discernere, vedere e comprendere l’assurdo. Qualsiasi processo di miglioramento personale inizia dal riconoscere o un problema da risolvere (eliminazione di comportamenti/idee disfunzionali) o da un obiettivo da raggiungere (nuove competenze/comportamenti).
La nostra testa è rotonda per permettere ai pensieri di cambiare direzione. (Francis Picabia)
Possiamo, quindi, cambiare direzione …
Aziende
Possiamo riflettere su alcuni aspetti che emergono dal commento di Steve Jobs anche in ambito aziendale: qual è il processo di sviluppo di nuovi prodotti? Come è indagato il mercato, potenziale o esistente? Chi partecipa al processo di sviluppo dei nuovi prodotti?
Poche sono le aziende in cui il processo di sviluppo di nuovi prodotti è strutturato e coerente. E non mi riferisco qui al “project management” sia in versione software o come competenza, o all’uso dei “gate” e dei “planning di progetto”, ma al processo che parte dalle esigenze dei clienti alla creazione del “concept di prodotto”:
Questo è uno dei miei mantra: concentrazione e semplicità. Il semplice può essere più forte del complesso. Devi lavorare duro per pulire il tuo pensiero e renderlo semplice. Ma alla fine ne vale la pena perché una volta ottenuto ciò, puoi spostare le montagne. (Steve Jobs)
In molte aziende non si vuole o non si può “lavorare duro per pulire il pensiero”, eppure è esattamente quello che andrebbe fatto!
E ancora, qual è il processo di apprendimento attraverso il quale la tua azienda apprende? E’ strutturato o è assolutamente casuale? Come vengono messe in pratica le nuove idee? Come si sperimenta? Esiste un processo di riflessione per lasciare quello che non funziona? E’ possibile dismettere e/o cambiare processi e procedure che non funzionano? Esiste un’analisi strutturata dell’adeguatezza delle competenze?
Le risposte alle domande di cui sopra, possono fornire utili indicazioni delle direzioni nelle quali operare dei cambiamenti. Non è in realtà una cosa veramente nuova, già Peter Senge sosteneva che: nel lungo periodo, l’unica fonte sostenibile di vantaggio competitivo è la capacità dell’organizzazione di apprendere più velocemente rispetto alla concorrenza.
E’ davvero incredibile quanto questa capacità fondamentale sia stata, in molti casi, totalmente dimenticata e continuamente e sistematicamente trascurata. Ma questo ci porterebbe a fare altre riflessioni su certi “ammiragli di vascello” che guidano i loro galeoni esattamente come nei tempi antichi, tema che non è oggetto di questa riflessione.
Gli analfabeti del futuro non saranno quelli che non sanno leggere e scrivere, ma quelli che non sanno imparare, disimparare e imparare di nuovo. (Alvin Toffler)
E sono proprio tempi di profondo analfabetismo, di aziende che non sanno imparare e soprattutto disimparare …
Se vogliamo navigare, come veri Pirati, non possiamo stare fermi a fissare le onde, ma essere disposti a prendere il mare, con fatica, bagnandoci mani e piedi, sopportando le tempeste e attraversando mari infestati da vecchi galeoni comandati da ancor più vecchi capitani, per trovare però, finalmente, l’isola del tesoro, con passione, voglia di imparare e una bussola, partiamo e chissà …
Buona settimana
Massimo