Pensare Diverso.
E debbasi considerare come non è cosa più difficile a trattare, né più dubbia a riuscire, né più periculosa a maneggiare, che farsi capo a introdurre nuovi ordini; perché lo introduttore ha per nimici tutti quelli che degli ordini vecchi fanno bene, e ha tiepidi defensori tutti quelli che degli ordini nuovi farebbono bene.
(Il principe – Niccolò Macchiavelli)
Iniziare con un “pensare diverso” riporta alla mente un altro “think different” molto più famoso.
E proprio poco più di dieci anni fa, un uomo che aveva fatto del “pensare diverso” il suo mantra, Steve Jobs, presentando l’iPhone, cambiava il mondo.
La novità, l’originalità, spaventa nonostante i tanti blah-blahismi sull’innovazione (strampalate idiozie, frasi fatte e slogan) che si continuano a leggere e che ascoltiamo oramai quotidianamente.
Preferiamo stare nel conosciuto perché, per quanto insoddisfacente sia, non obbliga al cambiamento.
Abbiamo una zona di confort, nella quale ci sentiamo perfettamente a nostro agio, e se portati fuori da quella zona, cerchiamo di rientrarci non appena possibile, cioè resistiamo al cambiamento.
Quasi ci dispiace che il successo stia proprio fuori dalla nostra zona tranquilla.
Sono tempi impegnativi, con il mondo che gira sempre più velocemente e un’irresistibile tendenza a ritornare sulle soluzioni conosciute.
Soluzioni che hanno due caratteristiche prevalenti: non funzionano più e sono la classica minestra riscaldata.
Lo stesso vecchio modo di pensare che produce gli stessi risultati, che portano allo stesso vecchio modo di pensare … un circolo vizioso devastante.
Vedo Einstein sorridere: follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.
Nuovi problemi affrontati con efficacia e vecchi mai chiusi da risolvere con soluzioni migliori, più funzionali e più adeguate; il pensare diverso, allora, è nella ricerca di un nuovo modo di pensare e di agire.
Da queste parti, comunque, non guardiamo indietro a lungo.
Andiamo sempre avanti, aprendo nuove porte e facendo cose nuove, perché siamo curiosi…
E la curiosità ci porta verso nuovi percorsi.
Abbiamo scelto la frase di Walt Disney come nostra tag-line perché incarna lo spirito e l’idea di un nuovo modo di fare azienda basato su due principi: la curiosità e le persone.
Principi che sono anche i nostri valori: la persona al centro dei processi aziendali e la ricerca ed esplorazione di nuove idee.
La nostra avventura è iniziata oramai cinque anni fa e di curiosità e di cose nuove ne abbiamo proposte e realizzate tante e così faremo da qui in avanti cercando sempre nuovi percorsi.
In precedenza avevo scritto che una delle leve per il cambiamento è lo sviluppo di nuovi modelli di leadership. Su questo fronte, qualche anno fa è iniziata una collaborazione con Bob Emiliani, professore, ricercatore, autore e storico del management, executive trainer.
Bob ha sviluppato un nuovo approccio, pratico e concreto, che vede la leadership come un insieme di processi superando, così, una visione obsoleta basata sulla personalità o sui comportamenti.
Con l’obiettivo di sviluppare le competenze e l’efficacia di manager e imprenditori, abbiamo progettato con Bob, Speed Leadership, un workshop originale e nuovo, che si terrà il 16 e 17 maggio, proprio centrato sul tema della leadership.
Spero che tu amico-lettore decida e possa parteciparvi.
Bob è anche un noto esperto internazionale di lean.
Ci accomuna la convinzione che molti degli attuali approcci alla lean siano fallimentari, argomento sul quale pochi, e tra questi sicuramente Bob e il sottoscritto, hanno il coraggio di raccontare la verità.
Per offrire al pubblico italiano una visione diversa e moderna della “lean”, raccontando anche quello che non si può o non si vuole dire, abbiamo organizzato un evento gratuito a Vicenza per la giornata del 18 maggio dal titolo “LEAN OR SOMETHING ELSE? Costruire organizzazioni di successo collegando Leadership, Persone e Innovazione.”.
Caro amico-lettore, se fossi interessato al workshop o all’evento, richiedici le brochure scrivendo a: info@heikoxplore.com.
Quelle di sopra sono un esempio, in questo caso molto particolare per la presenza di Bob Emiliani, del nostro fare concreto per un pensare diverso.
Non è facile provare a fare cose nuove e i canali ufficiali non aiutano, essendo molto più attenti a quello che fa tendenza, alle mode del momento e a non essere troppo originali.
Mi chiedo spesso come aggiornano e fanno evolvere le proprie competenze, i numeri Uno (imprenditori, amministratori delegati, direttori generali, top manager); temo un grande rischio di conformismo e di auto-referenzialità come supportato dalle evidenze empiriche: molto spesso aziende diverse hanno problemi simili non risolti o affrontati male, oppure hanno problemi molto diversi affrontati con gli stessi modelli di sempre (ricette) e quindi non efficaci; potrei farne un lungo elenco ma rischierei di annoiare e di annoiarmi.
In generale, soffriamo, purtroppo, di un’obsolescenza del pensiero sulla gestione delle aziende che è davvero preoccupante, ma su questo ho già scritto a più riprese.
Contrariamente ad altri, a noi non interessa molto fare notizia, di apparire sui “social”, siamo più interessati a co-costruire con i nostri clienti, siamo più orientati al fare che allo show-business.
Come scrivevo più sopra, pensare diverso è davvero molto impegnativo e, se perdonate la presunzione, richiede anche molto coraggio; sforzarsi di essere chiari, responsabili e agire nell’interesse del cliente non paga sempre sul breve termine, anche se è nostra profonda convinzione e scelta, che tale approccio paghi sempre nel lungo.
Non credo la nostra proposta possa piacere a tutti e francamente non ci interessa neanche molto.
Crediamo in una forte e appassionata collaborazione con i nostri clienti e le loro persone, in un lavoro svolto con serietà e impegno, con risultati concreti e misurabili, ma vogliamo lavorare con chi condivide la curiosità – voglia di fare vera innovazione, nei prodotti e servizi, nei processi, nelle pratiche di management – e la convinzione che le persone siamo importanti; con coloro i quali credono nell’azienda come strumento e occasione di crescita e di sviluppo per le persone che ci lavorano; con chi voglia costruire un’organizzazione che possa e sappia offrire servizi/prodotti di valore e innovativi ai clienti e che voglia contribuire a rendere il mondo, un luogo migliore.
“Design a better world” diventa così non solo un’altra tag-line, ma un obiettivo, una visione e un sogno.
Nell’epoca del pensiero debole, di accettazione dell’inevitabile, del disimpegno, di visioni che non vanno oltre i risultati del trimestre, di una cronica mancanza di leadership a tutti i livelli, abbiamo bisogno di immaginare una direzione, un percorso che meriti gli sforzi a prescindere da tutte le difficoltà, un percorso che richiede una leadership attenta, impegnata e che evolve nel pensiero e nelle competenze e quindi che possa diventare sempre più efficace e capace di generare nuove idee e nuove soluzioni.
Essere imprenditori o avere la responsabilità della guida di un’azienda, oggi più che mai, richiede grande coraggio, impegno, senso di responsabilità, pazienza e perseveranza, capacità di tollerare l’incertezza e di gestire la complessità e capacità di visione, per farlo con successo è indispensabile agire con intelligenza e cuore, coniugando ragione ed emozioni, creatività e problem-solving, determinazione e ascolto.
Mai come oggi abbiamo bisogno di nuovi modelli di pensiero e di nuovi processi di management.
Collegare le richieste del business, le persone e i valori, compito complesso e difficile, può essere fatto, purché si abbandonino logiche di un passato che sarà magari stato glorioso, ma che è finito.
Le grandi aziende di domani saranno quelle che riusciranno a coniugare in una sintesi eccellente e originale proprio quei tre elementi. Non tutti sapranno o potranno farlo.
Ne consegue che il compito del leader è proprio nella capacità di creare quella sintesi, novello alchimista dovrà trovare la giusta composizione dei diversi ingredienti per sviluppare la pozione che potrà fare la magia.
Non a caso ho citato l’alchimista e non il chimico, perché il processo richiederà immaginazione e fantasia oltre che tecnica e competenze.
Come recita la frase di Macchiavelli in apertura, introdurre nuovi ordini è cosa difficile da trattare, difficile da realizzare e pericolosa da maneggiare perché chi sta bene nello status quo è contrario al cambiamento, ma quale altra seria e concreta alternativa abbiamo?
Per credere che i sogni si possano realizzare, in fin dei conti bisogna essere un po’ folli…
E mentre qualcuno potrebbe definirli folli noi ne vediamo il genio; perchè solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero (Steve Jobs).
Quindi Design a better world …e cambiamo il mondo!
Buona settimana
Massimo