Il Gatto, la Volpe e il Campo dei Miracoli. Verità imbarazzanti 2.Erano giunti più che a mezza strada, quando la Volpe, fermandosi di punto in bianco, disse al burattino:
“Vuoi raddoppiare le tue monete d’oro?”
“Cioè?”
“Vuoi tu, di cinque miserabili zecchini, farne cento, mille, duemila?”
“Magari! E la maniera?”
“La maniera è facilissima. Invece di tornartene a casa tua, dovresti venire con noi.”
“E dove mi volete condurre?”
“Nel paese dei Barbagianni.”
Pinocchio ci pensò un poco, e poi disse risolutamente:
“No, non ci voglio venire. Oramai sono vicino a casa, e voglio andarmene a casa, dove c’è il mio babbo che m’aspetta.”
(…) “Dunque, – disse la Volpe, – vuoi proprio andare a casa tua? Allora vai pure, e tanto peggio per te!”
“Tanto peggio per te!”- ripeté il Gatto.
“Pensaci bene, Pinocchio, perché tu dài un calcio alla fortuna.”
“Alla fortuna!” – ripeté il Gatto.
“I tuoi cinque zecchini, dall’oggi al domani sarebbero diventati duemila.”
“Duemila!” – ripeté il Gatto.
“Ma com’è mai possibile che diventino tanti?” – domandò Pinocchio, restando a bocca aperta dallo stupore.
“Te lo spiego subito, – disse la Volpe. – Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c’è un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro per esempio uno zecchino d’oro. Poi ricopri la buca con un po’ di terra: l’annaffi con due secchie d’acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro, quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno.”
“Sicché dunque, – disse Pinocchio sempre più sbalordito, – se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?”
“È un conto facilissimo, – rispose la Volpe, – un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti.”
“Oh che bella cosa! – gridò Pinocchio, ballando dall’allegrezza. – Appena che questi zecchini gli avrò raccolti, ne prenderò per me duemila e gli altri cinquecento di più li darò in regalo a voi altri due.”
“Un regalo a noi? – gridò la Volpe sdegnandosi e chiamandosi offesa. Dio te ne liberi!”
“Te ne liberi!” – ripeté il Gatto.
“Noi, – riprese la Volpe, – non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri.”
“Gli altri!” – ripeté il Gatto.
“Che brave persone!” – pensò dentro di sé Pinocchio: e dimenticandosi lì sul tamburo, del suo babbo, della casacca nuova, dell’Abbecedario e di tutti i buoni proponimenti fatti, disse alla Volpe e al Gatto:
“Andiamo pure. Io vengo con voi.”
(Pinocchio. Storia di un burattino – Carlo Collodi)
Il Gatto e la Volpe appartengono alla categoria degli Snake Charmers.
Un giro in una qualsiasi libreria, nella sezione “self-help”, dimostra quanto la ricerca delle risposte sia un fenomeno molto sentito e un mercato molto redditizio, soprattutto per gli autori dei libri. E’ un fenomeno non così distante da quello dell’uomo della pietra che cercava conforto nel parere dello sciamano o stregone e nello svolgimento di riti di vario genere che dovevano assicurare prosperità, ricchezza, etc. (Snake Charmers. Incantatori. post del 26 aprile 2015)
Tra le proposte di una libreria ho anche trovato un paio di libri dal titolo intrigante: Come comportarsi con gli altri a seconda del loro segno zodiacale e Come sviluppare facoltà paranormali.
Quel “come” è foriero di tutta una serie di segrete possibilità.
E chi non vorrebbe basarsi sul segno zodiacale per gestire una relazione o sviluppare facoltà straordinarie?
Quando i messaggi diventano più specifici, i guru del self-help tendono a fare affermazioni che non sono corroborate da ricerche affidabili. I risultati, per esempio, ci rivelano che sfogare la rabbia non ci aiuta a liberarcene e che visualizzare gli obiettivi non ne facilita il raggiungimento. Inoltre, qualunque cosa si pensi dei sondaggi nazionali sulla felicità della popolazione ormai pubblicati con una certa regolarità, c’è un dato che colpisce: i paesi più “felici” non sono mai quelli nei quali i libri di self-help hanno più successo, né quelli in cui si ricorre più spesso alla psicoterapia. E’ evidente che l’esistenza di una fiorente “industria della felicità” non basta a rendere felici i cittadini, e anzi non è irragionevole sospettare che possa peggiorare le cose.
(Oliver Burkeman – La legge del contrario)
Siamo, tuttavia, insensibili alle ragioni della scienza o della semplice logica e cerchiamo sempre con forza il Campo dei Miracoli.
Una veloce scorsa su Internet e sui vari “social” ci mostra post con un numero variabile di punti (dai 5 ai 10, qualche volta 20) che promettono, a chi segue i saggi consigli, esiti incredibili nello sviluppo di capacità straordinarie o di risultati eccezionali in tutti i campi immaginabili.
Affascinante e seducente, no?
E’ quasi un peccato che non funzioni.
Su questa mania da ricette tipo libro di cucina per aspiranti ai super-poteri o per miracolose soluzioni in ambito aziendale, sono tornato più volte.
Ne siamo pieni e un po’ anche devastati.
Il bello del mondo di oggi, per fortuna, è che c’è davvero spazio per tutti e per tutto.
Tra le varie proposte che vanno di moda, vi è la Programmazione Neuro Linguistica (PNL), proposta sia per il miglioramento personale che per addestrare legioni di venditori a diventare più efficaci nelle relazioni con i clienti o i potenziali tali.
Un articolo apparso su Wired da però da pensare: Le bufale della Programmazione neuro linguistica di Stefano Dalla Casa del 2 luglio 2015.
I più attenti avranno invece notato che nel film “Kingsman – Secret Service” (2014) la Programmazione neuro linguistica è spacciata come arma di seduzione.
È infatti quasi impossibile trovare un campo dove la Pnl, secondo i suoi sostenitori, non possa essere applicata: dal corteggiamento alla leadership, dai problemi di autostima alle capacità sportive, il successo è a portata di mano, e c’è addirittura chi arriva a proporre la disciplina per combattere la depressione e altri disturbi psicologici.
Poca scienza, molta pseudoscienza
A partire dal nome la Programmazione neuro linguistica rimanda volutamente a concetti propri della scienza e del mondo accademico. Nonostante l’enfasi sui suoi aspetti pratici, siano essi guarire dalle fobie o diventare dei leader, è quindi fondamentale ricordare che ogni appello alla scientificità della Pnl è del tutto inappropriato.
Quello che rende la Pnl una pseudoscienza è anche quello che presumibilmente le ha permesso di sopravvivere in salute fino a oggi. Le descrizioni dei metodi che la costituiscono hanno abbastanza jargon tecnico da dare un’illusione di scientificità, e i metodi stessi sono talmente vaghi e numerosi che è facile trovarne qualcuno in grado di sedurci con la sua ingannevole plausibilità.
Ma… funziona?
Le teorie alla base della Pnl saranno anche ridicole e basate su presupposti inventati o superati, ma questo non è di per sé sufficiente per dire che non funzioni in qualche modo.
Il problema è che la natura vaga e adattabile di questa disciplina pseudoscientifica la rende impossibile da testare in modo soddisfacente per chi la pratica.
(…) Detto questo, sono stati eseguiti molti studi per valutare l’efficacia della Pnl, sia in psicoterapia che in comunicazione e in base a essi c’è ampio consenso sulla sua inefficacia.
Pochi sono infatti gli studi scientifici che la supportano e le revisioni sistematiche l’hanno regolarmente bocciata. E dire che c’erano grandi aspettative: anche l’esercito americano (ricordate L’uomo che fissa le capre?) era interessato a certe tecniche New-age che si stavano diffondendo negli anni ’80, inclusa la Pnl, e chiese a un comitato del National Research Council di valutarle. Della Pnl interessava in particolare la parte che permetterebbe di influenzare gli altri, ma alla fine dei due anni di indagine la risposta del comitato fu negativa.
(…) Anche se è nata come psicoterapia e con le aspirazioni di una rivoluzione scientifica, l’unica nicchia dove poteva logicamente sopravvivere la Pnl era quella del self-help e del coaching e sono questi settori, infatti, i soli a produrre entusiasticamente le prove del suo funzionamento. Peccato però che queste prove di efficacia siano esclusivamente aneddotiche: come mai nessuno controlla sistematicamente come un campione rappresentativo di clienti reagisce alle tecniche della Pnl, e se un certo effetto è davvero imputabile alla Pnl e non ad altri fattori?
(Le bufale della Programmazione neuro linguistica – Wired.it – Stefano Dalla Casa 2/7/15)
Così la PNL, come molte altre “ricette”, non è scientifica nel senso ben chiarito dall’autore dell’articolo di Wired, cioè non è possibile testarne la validità. Questa impossibilità è comune a molte delle seducenti tecniche propagandate come miracolose.
Inoltre se fossero scientifiche nel senso sopra spiegato e certe nell’efficacia, dovremmo essere circondati da persone che, poiché hanno partecipato ai corsi per aspiranti super-eroi, sanno comunicare, sono di successo, sono leader, sono creativi e sorpassano tutti i record di vendita.
Sappiamo bene che non è così.
Personalmente, ho incontrato coach certificati che erano degli emeriti cretini, a dimostrazione che una certificazione è solo un pezzo di carta e che partecipare a certi corsi non è garanzia né di efficacia né di successo. E ho visto persone che utilizzavano una qualche tecnica che gli era stata venduta come miracolosa, con il solo risultato di apparire imbarazzanti.
Nel Medioevo circolavano idee balzane, come quella che un pezzetto di corno di rinoceronte potesse aumentare la potenza sessuale. Poi si scoprì un modo per selezionare le idee; consisteva nel metterle alla prova: se non funzionavano venivano eliminate. Il metodo venne perfezionato sino a diventare scienza. E si sviluppò al punto che noi oggi viviamo nell’era scientifica. Un’era tanto scientifica che ci pare incredibile che siano esistiti gli stregoni, dal momento che nulla, o ben poco, di quanto suggerivano ha funzionato.
(Richard Feynman – Il piacere di scoprire)
A tutti piacerebbe trovare il Campo dei Miracoli, a volte ci illudiamo anche di averlo trovato, dobbiamo essere consapevoli che non ci sono scorciatoie facili e dobbiamo ricordarci del Gatto e della Volpe.
Al contrario di come qualche tempo fa cantava Edoardo Bennato in modo ironico
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
se ci ascolti per un momento, capirai,
lui è il gatto, ed io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidar…
Avanti non perder tempo, firma qua
è un contratto, è legale, è una formalità
tu ci cedi tutti i diritti
e noi faremo di te
un divo da hit parade!…
non dobbiamo cedere tutti i diritti e soprattutto non dobbiamo cedere il diritto di pensare con la nostra testa.
E allora … PNL, Perché Non Lasciamoperdere?
Diventare un divo da hit parade potrebbe non essere l’unico scopo nella vita.
Design a better world!
Buona settimana
Massimo
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